Favola foggiana

FAVOLA FOGGIANA 

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Una favola di quando “Berta filava”, fatta con un po’ di fantasia: la volpe e il lupo, e quel po’ che c’era a portata di mano: quattro polli, un bastone, un po’ di ricotta e una massaia giustamente arrabbiata.
Una favola per bambini di una volta protetti in casa dal freddo invernale attorno all’ “oblò” di un braciere dove la variegata gamma di rossi accesi e meno accesi, di carbone nero e cenere grigia facevano galoppare la fantasia oggi bloccata avanti ad una TV, allo schermo di un PC o di un touch screen.

C’era una volta una volpe e un lupo che insieme se ne andavano a zonzo per la campagna in cerca di qualcosa da mangiare.
Dopo aver molto girato senza aver trovato niente la volpe disse al lupo: “Lupo, ho molta fame, vieni con me a trovare qualcosa da mangiare?”.
Il lupo acconsentì dato che è noto che la fame caccia il lupo dal bosco.
Si diressero tutti e due verso un pollaio anche se il lupo sogna le pecore e la volpe le galline.
Trovarono una fessura nella rete e vi ci si imbucarono tra gli schiamazzi delle povere galline impaurite.
Iniziarono a mangiare i pennuti, e mangia, mangia, mangia, le pance gli divennero grosse come due palloni.
La scaltra volpe però ogni tanto provava a passare dal buco della recinzione per verificare se sarebbe potuta poi uscire. Il lupo, invece, di questo non si preoccupava e poco dopo con l’enorme pancione si addormentò dentro al pollaio.
Appena si ravvisò, sopraggiunse urlando la massaia con un grosso pezzo di legna in mano.

La Volpe poté uscire dalla fessura e scappare via rapida come il vento, mentre il lupo nel fuggire si incastrò senza poter più uscire dal buco.
La massaia sopraggiunta gli affibbiò un sacco di botte e a legnate e lo cacciò via del tutto malconcio.
All’imbrunire il lupo tutto intronato dai colpi presi se ne andava in giro, mentre la volpe si era messa all’ombra di un pagliaio a schiacciare un sonnellino.
Quando la volpe sentì arrivare il lupo tutto intronato, svelta e con furbizia, fermò subito una contadina che passava da quelle parti per caso, portando della ricotta in un cesto. La volpe le disse: “Buona donna mi dareste un po’ della vostra ricotta?”. La donna mossa a compassione gliela dette e la furbona velocemente se la spalmò in testa.
Al sopraggiungere del lupo la volpe si prese gioco di lui facendogli credere che a lei la massaia con il grosso ramo aveva sbucciato il cervello.
Disperata fingeva di soffrire.
La volpe: “Ahi! Ahi!”, rispondeva il lupo: “Ho le ossa tutte rotte!”.
La volpe ancora toccandosi la testa: “Guarda me che ho le cervella tutte di fuori!”.
Il lupo, intanto,sentendosi tutto addolorato dalle percosse ricevute si lagnava e lei bugiarda gli faceva eco: “Ahi! Ahi!”.
Si incamminarono insieme verso il bosco. La strada però era in salita e ad un certo punto la volpe stanca di camminare chiese al lupo: “Lupino mio, sono così stanca, mi monteresti sulle tue spalle?”. Il lupo anche se lamentandosi acconsentì e mentre si dirigevano verso il bosco la volpe canticchiava prendendosi gioco di lui: “Ndàne, ‘ndàne, ‘ndàne u’ rùtte pòrte u’ sàne!”.
Morale della favola (altrimenti che favola è!?): Al mondo convivono i furbi e gli allocchi creduloni, e a volte capita che sia l’ammalato (bastonato) a prendersi cura di chi è sano e sta bene.

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