Un tuffo nel passato

UN TUFFO NEL PASSATO

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Il colore è quello originale che ben si coniuga e si esalta con il travertino che fascia le colonne che scansionano l’intero immobile. Eliminate le strutture laterali posticce il complesso assume più compattezza e grazia.

Chiaro lo stile architettonico del “Ventennio”, la prima pietra fu posata il 13 novembre 1938 e l’inaugurazione avvenne il primo dicembre 1940.

La Casa del Contadino, più comunemente conosciuta come “ ‘U palàzze ‘i cuntadìne ”, dal dopoguerra sede della Camera Territoriale della CGIL, col suo accesso originario, presidiato da due statue in pietra, su Piazza della Croce fu sede di uffici: l’Unione, Cassa mutua malattia lavoratori agricoli, Ufficio di zona, Ufficio collocamento, oltre che di un ambulatorio, servizi igienico sanitari, dormitorio e refettorio per i braccianti provenienti da altre zone che qui arrivavano per i lavori stagionali in agricoltura.

L’integrità della struttura ebbe vita breve, infatti, durante i bombardamenti subiti dalla Città di Foggia nell’estate del ’43, parte del corpo principale su Piazza della Croce venne irrimediabilmente compromessa, era proprio quella destinata a servizi per i braccianti.

Il fotomontaggio evidenzia la parte in bianco e nero distrutta dai bombardamenti del 43 e la parte a colori, attuale sede C.G.L.,  interessata dagli  interventi di ristrutturazione, 

I lavori di ristrutturazione hanno interessato oltre la facciata, anche i locali a piano terra dove, con una diversa suddivisione interna, hanno trovato posto un ampio salone multimediale da cento posti, lo SPI-CGIL (Sindacato pensionati), l’AUSER Provinciale e le strutture front-office dei vari servizi (Patronato INCA, CAF, ecc.),  al piano superiore restano le diverse categorie (P.A., FIOM, FILLEA, ecc).

I lavori eseguiti, concordati  con la Sovrintendenza ai Beni Culturali, hanno comportato uno sforzo economico non indifferente che continua ad essere sostenuto anche con sottoscrizioni volontarie da parte degli iscritti al Sindacato.

La nuova situazione pone fine ad un ritornante cupo e risentito rumoreggiare, anche sul social, circa la scarsa gradevolezza della struttura, il fatto che occupasse una piazza (mai esistita), la sua responsabilità nella sparizione dell’antico Piano delle Fosse; un Piano che si estendeva da Porta Grande fino a ricomprendere tutta l’attuale Piazza San Francesco, con più di mille “fosse” di cui ne è rimasta solo una, riemersa come per incanto sul sagrato della chiesa di San Giovanni Battista.  Un misto di ignoranza e malafede.

Anche il Comune di Foggia, in epoca ormai lontana, bandì un concorso di idee a premio per l’ideazione di una piazza senza la struttura. Ma dopo la pubblicazione dei diversi progetti ed l’erogazione dei rispettivi premi tutto finì in un cassetto.

Resta il fatto però che questo palazzo è Storia, storia nazionale e storia locale che ha interessato oltre un cinquantennio del secolo scorso e arriva fino ad oggi. Di più, è un percorso storico  che idealmente si può far partire dal 1902 con la nascita della prima Camera del Lavoro a FG in  Via Pescheria e poi alle lotte bracciantili in Capitanata, all’Eccidio di Foggia (1905) e all’assassinio di Silvestre Fiore (1909) primo Capo-lega dei braccianti locali.

Resta il tratto ancora oggi, per epoca di costruzione e per aspetto architettonico conservato, di un “Ventennio” tragicamente conclusosi con la Seconda guerra mondiale che tanto infierì anche sulla nostra città per perdite di vite umane e distruzioni. Eventi che interessarono la stessa struttura dell’attuale sede della CdL, che in un sapiente restauro, rispettoso del passato e della Memoria ha voluto evidenziare e proporre con significativi segni e (di)segni.

La scala disegnata sul muro posteriore dell’immobile a ricordo di quella esistente che consentiva l’accesso al piano superiore dall’ingresso principale. I tufi bianchi e tagliati che fuoriescono dalle pareti portanti a ricordo di quel che c’era e che i bombardamenti hanno distrutto.

Un buon modo di restaurare per affrontare il futuro senza dimenticare il passato e la Memoria per le vittime e i tragici eventi dell’estate del ’43.

3 novembre 2017

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