Araldica Civica

ARALDICA CIVICA

 di Lucia Lopriore

 Spesso, passeggiando per la città, si notano dei bellissimi palazzi con gli stemmi posti sulle chiavi di volta dei loro ingressi principali. Essi stanno a testimoniare, per i privati, lo status sociale delle famiglie più in vista, i cui esponenti sono ricordati per aver occupato posti di rilevo nella vita sociale, stemmi che si possono trovare anche affissi sulle facciate delle ville extraurbane e delle masserie in agro di Foggia; come pure una massiccia presenza degli stessi si trova nelle chiese. Mentre per i palazzi destinati a sedi istituzionali o a corporazioni, come istituti di credito, istituti scolastici e istituti pubblici in generale, sedi sindacali ecc., gli stemmi testimoniano l’espansione della città ed il conseguente bisogno di servizi.

La carrellata espositiva che si propone raggruppa sia gli uni che gli altri per meglio esplicitare l’incidenza dell’Araldica civica.

Stemma della famiglia Villani –Marchesani

Palazzo VILLANI-MARCHESANI

Palazzo VILLANI-MARCHESANI

Lo stemma è collocato sulla chiave di volta del portale di Palazzo Villani – Marchesani in Via Manzoni, 75. La famiglia Villani o Villano era originaria della città di Cava de’ Tirreni, dove probabilmente giunse dalla città di Amalfi. Il casato a partire dal XV sec. si divise in due tronchi, uno si trapiantò nell’antica città di Nocera de’ Pagani, l’altro in San Severino (l’odierna Mercato San Severino) da dove, diramandosi ulteriormente, una parte si stabilì nella città di Napoli, dove fu aggregata al patriziato del Seggio di Montagna già dalla metà del 1500 e, dopo la soppressione dei Sedili fu ascritta al Libro d’Oro (1851); un’altra parte nella stessa città di Nocera. A Napoli i membri della famiglia ricoprirono alti uffici di magistratura e don Filippo Villani fu scelto da Ferdinando di Borbone per istituire il Collegio degli avvocati e costituirli censori dell’intera classe dei professori legali, e ne scelse solamente sei “tra i più accreditati per senno, dottrina e per prudenza”.

Le origini della famiglia Marchesani possono essere individuate etimologicamente nella regione della Marca Anconitana (le attuali Marche); tuttavia un’antica documentazione rinvenuta dallo storico vastese Carlo Marchesani presso l’Archivio di Stato di Genova attesta la presenza di una notabile famiglia mercantile Marchesani anche in Provenza.

Stemma Villani - Marchesani

Essa può essere annoverata tra le più illustri del Regno di Napoli perché fiorì con distinta nobiltà nel XII secolo nel ducato di Apulia; nel XIII nel Principato di Salerno e successivamente in Sicilia e nel Piemonte. Dal XV all’XVII fu presente nell’Abruzzo Citra, nel Contado di Molise ed in Terra di Lavoro. Si imparentarono con i Villani dando origine a questa nuova linea. A Foggia la famiglia annoverava giureconsulti e letterati. Tra questi si ricordano Andrea e Ferdinando. (Cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Marchesanihttp://www.nobili-napoletani.it/Villani.htm)

Blasone: Semitroncato/Partito: nel 1° d’argento alla testa di leone d’azzurro linguato di (…) accompagnato al capo da una stella di sei raggi di (…), nel 2° d’azzurro alla branca di leone d’argento (Villani); nel 3° di rosso al castello d’oro aperto e finestrato del campo, ritorricellato di tre pezzi, accompagnato ai cantoni da due romani di stadera del secondo (Marchesani)

Stemma dipinto sulla volta dell’androne del palazzo sito in P.zza XX Settembre n. 13

Benedictis-Lanza

Benedictis-Lanza 1

 

 

 

 

 

Lo stemma, affrescato, non è attribuito nella  parte  destra dello scudo (a sinistra dell’osservatore), mentre a sinistra dello stesso (a destra dell’osservatore) si individua lo stemma dei de Benedictis-Lanza. (per le notizie storiche si rinvia alla scheda sugli stemmi del camposanto di Foggia).

Blasone: Partito, nel 1° paesaggio al naurale; nel 2° partito, in a) di (…) al capo un cigno di (…) nascente dalla partizione, accompagnato da due fiori recisi di (…), alla punta di azzurro ai tre fiori di (…) nodriti su tre monti all’ italiana di (…) (De Benedictis); in b), di nero al leone di oro coronato dello stesso (Lanza di Brolo), il tutto attraversato da una fascia di rosso.

Stemma della famiglia Consalvo

famiglia Consalvo

Lo stemma, attribuito alla famiglia Consalvo, è racchiuso in un medaglione con bassorilievo a stucco ornato da motivi vegetali teminanti con  volute. È posto sulla facciata del palazzo omonimo, molto fatiscente, in Via S. Lorenzo. Lo stemma, privo di tratteggi e dei colori originali, è stato dipinto uniformemente secondo il gusto degli attuali residenti; ciò ne impedisce una chiara lettura blasonica.

Blasone: di (…) al leone di (…) tenente un albero di (…) nodrito sulla campagna di (…).

Palazzo famiglia Consalvo

Palazzo fam. Consalvo

Stemma della famiglia Ciancarelli.

Ciancarelli 1

Stemma fam Ciancarelli 1

 

 

 

 

 

 

 

Gli esemplari sono collocati nel palazzo che sorge tra Vico della Pietà ai civici 19 /21 e via della Repubblica.  Esso appartenne alla famiglia Ciancarelli, originaria di Scanno. La Famiglia si trasferì a  Foggia  nel Seicento per attività commerciali, gestiva una spezieria. Tra i suoi esponenti si ricordano Paolo, Antonio e Leonardo, tutti commercianti. Alcuni di loro furono impegnati nel governo della città, Ignazio, ricoprì la carica di Reggimentario della città  nel 1719-1720. (Cfr. C. de Leo, Palazzi… op. cit. pag. 55 e 56).

Blasone: di (…) al putto alato di (…) sormontato da una fascia di (…) caricata dall’incisione: Gio: An: CLIANCARELLI alias G.A.C. reggente tre candele accese di (…) in fascia.

 

 Stemma della Famiglia Di Biase

Stemma Di Biase, Via Santa Maria della Neve

 

Lo stemma della famiglia Di Biase si trova nel palazzo sito in via S. Maria della Neve n. 12, ed è scolpito in bassorilivo sulla formella destra del portale d’ingresso.

La famiglia, ancora fiorente, fa parte della borghesia foggiana e vanta la presenza di molti professionisti tra i suoi esponenti.

 

 

 

Blasone: Troncato, al capo di azzurro alle quattro stelle di oro di sei raggi poste in cinta; alla punta di rosso a tre bande di oro. Ornamenti di nobile. Pende dallo scudo il  breve che riporta: “DI BIASE”.

Stemma della famiglia Longo

Stemma fam Longo Via santa Maria della Neve

 

 

Lo stemma della famiglia Longo si trova nel palazzo sito in Via S. Maria della Neve, 12, ed è scolpito sulla formella sinistra del portale del palazzo. Della famiglia non si hanno notizie.

 

 

 

Blasone: di azzurro a tre stelle di oro di sette raggi due al capo poste in fascia ed una alla punta, attraversato sul tutto da una fascia di oro. Pende dallo scudo il breve che riporta: “LONGO”.

 Stemma della famiglia Barone

Lo stemma è scolpito nella parte centrale dei capitelli che decorano l’Opera Pia intitolata alla nobildonna “Maria Grazia Barone”, figlia del patriota Alessio e moglie del marchese Giacomo Celentano.

Stemma Maria Grazia Barone

Blasone: di azzurro al leone di oro linguato di rosso, poggiante la branca posteriore sinistra su tre monti all’italiana al naturale, attraversato da una sbarra di rosso, accompagnato al cantone destro da tre stelle d’argento di sei raggi in palo.

Stemma della famiglia De Mita (?)

Palazzo De Mita

Lo stemma, consunto nella parte destra, è posizionato nella trabeazione triangolare interrotta, posta sul lato prospiciente C.so V. Emanuele, ornato da un festone con motivi vegetali terminanti con nastri, che si interrompe in corrispondenza dello stemma. Di questa famiglia fece parte il dott. Diego, nato a Foggia il 1° gennaio 1894, nell’anno in cui Umberto Giordano cominciava a comporre l’Andrea Chénier e Guglielmo Marconi iniziava gli esperimenti scientifici, che avrebbero, poi, condotto all’invenzione del telegrafo senza fili, morì nella sua città natale il 25 maggio 1966. Unico medico condotto di Foggia nella sanguinosa estate 1943, si prodigò nel soccorrere i feriti fra le macerie e nell’aiutare a seppellire dignitosamente le migliaia di vittime. In più di un’occasione, unitamente a Padre Tempesta, si finse morto, nascondendosi tra i cadaveri, mentre gli aerei da mitragliamento, volando raso terra miravano gli obiettivi civili a vista. Fu insignito di medaglia d’oro con pergamena insieme a tutti quelli che si prodigarono nel prestare soccorso ai feriti, dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Graziani.(Cfr. http://foggiainguerra.altervista.org/wordpress/2011/07/22/de-mita-e-tempesta-bagliori-di-vita-in-una-citta-di-morti/).

Stemma palazzo De Mita

Blasone: di (…) attraversato da una sbarra di (…) caricata da una stella a cinque raggi di (…).

 

Stemma della famiglia De Angelis

Stemma Via Arpi famiglia de Angelis

 

Lo stemma è posto sulla facciata di uno stabile che posto sul lato prospiciente Via Arpi, in corrispondenza della cornice aggettante che rifinisce la costruzione, appartenuto alla famiglia De Angelis, proprietaria di alcuni stabili già dal 1500. Molto consunto e sbrecciato in alcune parti, lo stemma stesso è rappresentato da uno scudo sagomato in cartiglio con volute, privo di tracce di colore e di tratteggi, ricoperto da concrezioni dovute alle intemperie. Nello specifico si tratta di un’arme parlante. La famiglia de Angelis era tra le più importanti della città. Geronimo fu ascritto tra i Reggimentarî e ricoprì l’incarico di Mastrogiurato dal 1723 al 1724; aveva sposato Anna Effrem di Bari, famiglia ritenuta di alto lignaggio e nobilissima. Molti esponenti furono cavalieri melitensi, e si fregiarono del cavalierato dell’ordine di Calatrava, S. Stefano e Costantiniano. Appartennero alla famiglia molti medici, ecclesiastici e giureconsulti.

Via Arpi Pal De Angelis

(Cfr. S. Coda, Difesa per la città di Foggia e per le famiglie nobili della medesima, Foggia 1992 (ristampa anastatica del 1728), pag. 44).

 Blasone: di (…) all’angelo di (…) con le ali al volo abbassato, le braccia incrociate, la gamba sinistra protesa in avanti, la destra poggiante su una nube di (…). Timbro: corona gemmata con volute bottonate alternate a due gruppi di tre perle visibili. (il che potrebbe far pensare ad una simulazione di corona marchionale).

 

 

 

Stemma della  Famiglia Marasco (?)

Famiglia Marasco

 

 

Esso è posto sulla chiave di volta dell’ingresso principale di uno stabile prospiciente  via Marasco al civico 23. Di possibile attribuzione alla famiglia Marasco, della quale non si hanno notizie.

 

 

 

 

Stemmi presenti nei palazzi istituzionali, di enti pubblici e di corporzioni

Stemma del Banco di Napoli

Stemma Banco di Napoli

Banco di Napoli

Lo stemma del Banco di Napoli è posto sulla chiave di volta del portale della sede omonima, sita in C. Vittorio Emanuele, e riproduce gli emblemi degli antichi banchi che lo generarono, passando per il Banco delle Due Sicilie.

Blasone: Inquartato: nel 1° troncato, d’oro e di rosso, (Banco della Pietà); nel 2°, di azzurro, alla colomba raggiante luce, sormontata da un triangolo accompagnata al capo dal simbolo della Trinità (Banco dello Spirito Santo); nel 3°, d’argento, alla croce latina trifogliata attraversata da due spade decussate de primo (Banco di S.Giaomo); nel 4°, di azzurro al monte roccioso a tre punte, sormontato da una croce latina, con la scritta IHS, addestrata dalle lettere N.D., sinistrata dalle lettere M.P., (iniziali rispettivamente delle due compagnie religiose:  la Compagnia del Nome di Dio e quella del Monte dei Poveri). Nel caso specifico lo stemma è stato impropriamente ridipinto e inquartato senza tener conto dei colori e delle partizioni originarie.

(Cfr.: http://www.istitutobancodinapoli.it/IbnafWeb/showpage/55)

Stemmi presenti nel piccolo museo dell’archivio di Stato

Gli stemmi presenti nella sede centrale dell’archivio di Stato di Foggia, palazzo Dogana, sono databili in periodi diversi, ossia ricoprono l’arco cronologico che va dal 1581 all’Unità d’Italia.

Presso Archivio di Stato 1

 

Il primo esemplare in pietra, molto consunto, è collocato sulla pandetta che regolava i tributi dovuti dai locati alla Dogana della Mena delle Pecore di Puglia collocata presso la Taverna del Passo d’Orta. Esso appartiene a re Filippo III (1621-1665), ed è datato 1640 (v. figura 1)

Filippo III

 

 

 

 

 

Blasone: inquartato: nel 1° controinquartato in a) e d) di Castiglia, in b) e c) del Leon; nel 2° partito di Aragona e Sicilia,innestato in punta di Granada; nel 3° troncato di Austria e Borgogna Antica, nel 4° Borgogna moderna e Brabante; al posto d’onore, Portogallo; nell’ombelico,  partito di Fiandra e Tirolo. 

Presso Archivio di Stato 3

Il secondo esemplare in pietra altrettanto cosunto, appatiene a re Filippo II (1556-1598) ed è collocato sulla seconda pandetta che regolava i tributi dovuti alla Dogana collocata sempre presso la Taverna del Passo d’Orta, datata 1581. (fig. 2)

Filippo_II

 

 

 

 

 

Blasone: come quello di Filippo III.

 

Il terzo esemplare è quello dell’Unità d’Italia (Sabaudo) (v. figura 4).

Presso Archivio di Stato

Blasone: di rosso alla croce d’argento, cimato del’elmo reale colla corona di ferro, sosteuta da due leoni d’oro al naturale, attorniato dalle grandi insegne degli ordini equestri italiani, posto sotto un padiglione regio, sormontato dalla corona reale ed accollato al fusto del gonfalone d‘Italia.

Stemmi affissi sulla facciata della chiesa d S. Nicola d’Arpi

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Stemma del card. Carlo Barberini

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Lo stemma è affisso a destra della facciata della chiesa di S. Nicola d’Arpi ed appartiene al card. Carlo Barberini, (†1704 ott. 11 a Roma 75enne, sepolto a S.Pietro in Vaticano nel sacrario dei Canonici – creato da Innocenzo X nel 1653 giugno 23); Nipote dei cardinali Francesco e Antonio; Cesareo in Palatio, 1653 ago. 18; Angelo in Pescheria, 1660 ago. 30;  Cesareo in Palatio, 1667 nov. 14; Maria in Cosmedin, 1675 dic. 2; Maria della Pace, 1683 sett. 27; Lorenzo in Lucina, 1685 apr. 30. (Cfr. http://www.araldicavaticana.com/cardB.htm).

 

Stemma del card. Enrico Caetani.

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Lo stemma è posto a sinistra della facciata della chiesa di S. Nicola d’Arpi, di facile identificazione poiché reca alla base un’epigrafe che così recita:” Henricus Card. Gaetanus S.R.E. Camerarius Construxit 1595”.  (Traduzione: Il cardinale Enrico Caetani, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, costruì nel 1595).

Enrico Caetani nacque a Sermoneta, il 6 agosto del 1550. Venne elevato al rango cardinalizio da Papa Sisto V nel concistoro del 18 dicembre 1585. Fu eletto Patriarca di Alessandria dal 1585 al 1587 e nel 1589 partì, assieme al celebre teologo gesuita Roberto Bellarmino, alla volta della Francia, durante la guerra civile scoppiata fra cattolici ed ugonotti, per sostenere la Chiesa Cattolica.

La presenza del cardinale nel Foggiano si deve al fatto che la famiglia Caetani fu titolare dell’abbazia di San Leonardo di Siponto dal 1561 al 1634, esattamente per 73 anni.

Enrico fu abate commendatario dell’abbazia sipontina grazie allo zio, il cardinale Nicola Caetani, che fu arcivescovo di Capua e priore a Siponto dal 1561 al 1567, anno in cui rinunciò a favore di Enrico. Enrico, nel 1586 rinunciò anch’egli al titolo di abate commendatario, sempre a favore di un prelato suo parente: il nipote Bonifacio. Nel 1588, il cardinale Enrico Caetani fece ristrutturare la basilica di Santa Pudenziana a Roma, con la collaborazione di Francesco Capriani detto Il Volterra. Nel 1595, forse per soddisfare le esigenze del culto nel vasto territorio foggiano popolato da mezzadri e contadini, fece erigere la chiesetta che tuttora è visitabile presso la masseria di San Nicola d’Arpi. Morì  prematuramente a Roma, il 13 dicembre 1599, all’età di 49 anni, e venne sepolto nella basilica di Santa Pudenziana, da lui fatta ristrutturare pochi anni prima. (Cfr. T. Palermo, S. Nicola d’Arpi, in http://www.manganofoggia.it/sannicoladarpi.htm)

 

 Stemmi presenti nelle masserie e ville extraurbane

Stemma della masseria Castiglione

Mass. Castiglione

Stemma Muscettola mass. Castiglione

Gli stemmi sono affissi e sovrapposti sulla facciata della massereria Castiglione ubicata lungo  il  tratturo omonimo che partiva dal Piano della Croce, meglio conosciuto come Piano delle Fosse, e precisamente dalla Chiesa di San Rocco. La masseria faceva parte del tenimento del Duca Bartolomeo Castaldo, e appartenne originariamente ai Muscettola, Principi di Leporano, che edificarono la costruzione originaria come si evince da uno degli stemmi sulla facciata. (Cfr. F. Faleo, Un tesoro nascosto: la masseria Castiglione, in http://www.manganofoggia.it/masseriapantano.htm)

Il primo stemma, non individuato, presenta uno scudo sagomato semplice con tre sbarre attraversate da un serpente (?) in palo; il secondo, appartenente alla famiglia Muscettola, è addossato al primo ed è danneggiato nella parte superiore sinistra (a destra dell’osservatore).

Blasone: Stemma dei Muscettola: d’oro a tre bande d’azzurro, con il capo cucito d’oro, caricato da due uccelli neri affrontati, guardanti una stella di sei raggi di rosso.

Stemma non attribuito: di (…) a tre sbarre di (…) attraversate da un serpente (?) di (…)  posto  in palo.

Stemma della masseria Valentini

Stemma Mass Valentini

Lo stemma si presenta consunto e mal colorato, sbrecciato in molte parti; tanto da non consentire un’agevole chiave di lettura. Esso è posto sulla chiave di volta dell’ingresso principale della masseria omonima.

Famiglia notabile vissuta a Foggia della quale fecero parte Gennaro, dottore di diritto civile e di diritto canonico, studioso di lingue e di scienze fisiche, pubblicò nel 1799 un trattato di fisica per utili esperimenti nacque a Foggia da Saverio Valentini nel 1734 e morì nel novembre 1793; e Luigi Maria nato a Fogga nel 1756, fratello di Gennaro, che intraprese la carriera ecclesiastica ricoprendo le cariche di Iconiere e Vicario nel comvento di Montevergine a Loreto dove morì nel 1859. (Cfr.: http://www.manganofoggia.it/altripersonaggi.htm e F. Villani, La Nuova Arpi, Salerno 1876, pag.311).

Blasone: stemma sagomato in cartiglio con volute aggettanti nella parte mediana, di (…) all’aquila al volo abbassato di (…) sulla parizone, ingollante uno scudetto a forma di cuore di (?) contenente (…).

Stemma della famiglia Tortora – Brayda

Stemma Tortora Brayda_sc

Lo stemma è posto sulla chiave di volta del’ingresso principale della villa appartenuta alla famiglia Rosati, sulla via del Mare.

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Villa Vigna Rosati

La famiglia Tortora originaria di Cerignola, ebbe tra gli esponenti Pasquale che era stato nominato Cavaliere dell’Ordine delle due Sicilie, e ricoprì numerose cariche pubbliche nel ramo dell’amministrazione finanziaria dello Stato. Riuscì a farsi una posizione grazie alle sue importanti conoscenze, tra cui il Cardinale Ruffo. Ricoprì, inoltre, per lungo tempo la carica di direttore generale della dogana e dazi di consumo ed anche importanti cariche militari, maneggiando grandi quantità di denaro pubblico.

(Cfr.http://www.bibliotecaprovinciale.foggia.it/capitanata/1987/1987pdf_parte2/1987_pII_1-49_Laviano.pdf

Famiglia Siniscalco

La famiglia Siniscalco trova le sue origini da “Siniscalcus”: il grande ufficiale della corte Sveva del Regno di Sicilia.

 Il ramo della famiglia Siniscalco di Foggia proviene da Saragnano, sobborgo di Baronissi, in provincia di Salerno. Domenico Siniscalco si trasferì da Serignano a Foggia nella seconda metà del ‘700, sposò Maria Francesca Barra nativa di Foggia. Da Suddetto matrimonio vennero alla luce otto figli: Roberto, Francesco Paolo, Angelo, Salvatore, Saveria, Luca Antonio, Maria, Nicoletta e Carlo.

Tra questi ricordiamo  Angelo Siniscalco che nel 1820 era ingegnere alla Intendenza Provinciale di Capitanata. Dal 1924 al 1929 rivestì la carica di Amministratore dei Monti uniti di Pietà di Foggia,  fu tra i Decurioni della nostra città e successivamente Sindaco.

Fonte: Giuseppe De Troia – “Dal Monte di Pietà di Foggia alla Banca del Monte di Foggia”

Stemma della Fam. Siniscalco – Lo stemma sormonta il cancelletto della cappella sita nel palazzo di famiglia oggi sede della Banca BPER

Blasone: “di argento al pino di verde nodrito sul monte all’italiana del medesimo, attraversato da una banda di rosso. Al capo tre stelle di oro di cinque punte poste in fascia”.

Stemma dipinto sulla volta dell’androne del palazzo sito in via Matteotti con ingresso al civico 4

Lo stemma, affrescato,non è attribuito. Come da confronto fatto con la foto pubblicata a pag. 62 del libro di Gennaro Arbore – “Blasoni e stemmi presenti nella città di Foggia” – Bastogi, si  evince che è stato ridipinto mantenendo in linea di massima i colori originali.

Il blasone : Di azzurro, al capo un leone passante al naturale linguato di nero e coronato di oro. Alla punta dello scudo una fascia di nero caricata da un cavallo nero bardato con le insegne del cavaliere, galoppante vestito con armatura al naturale impugnate lo scudo di azzurro alla croce di nero. Timbro: Corona di barone tollerata.


 

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Pubblicato il: 7 Nov 2014

 

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