I miracoli di Sant’Alfonso e San Gerardo Maiella

I miracoli di S. Alfonso e S. Gerardo Maiella

a cura di Bruno e Donatella Di Biccari

MONASTERO DEL “SS. SALVATORE” – Foggia – Vetrata artistica raffigurante Sant’Alfonso Maria de‘ Liguori

 I Religiosi del SS. Redentore diedero sempre consolazione a Maria Celeste Crostarosa, la riguardarono sempre come un’anima santa, favorita dei più eminenti doni soprannaturali.  Quando il loro ministero apostolico li chiamava nella Capitanata o nella Puglia, essi non mancavano mai di visitare la Santa Priora. Alfonso, d’altra parte, ne dava l’esempio. E’ degno d’essere segnalato l’incontro del 1745.

In quell’anno cinque Redentoristi, sotto la direzione del loro Beato Padre, vennero a predicare la missione nelle quattro parrocchie di Foggia. Il Santo scelse per sé la Cattedrale, dove l’antica Madonna dei Sette Veli presiedeva gli esercizi. Oramai è noto il prodigio con cui la Vergine volle ricompensare lo zelo del suo servo. Una sera, mentre egli predicava, con tutta la sua anima, nel patrocinio di Maria d’un tratto, dall’ovale di argento che racchiude il viso della Madonna, la figura della Vergine apparve fresca e colorita, con i lineamenti in rilievo come quelli d’una persona viva. Ed ecco che un raggio di vivissima luce si partì dal volto di Maria e venne a colpire ed illuminare quello del predicatore. Questo s’alzò d’un tre palmi dal pulpito e con le braccia tese verso Maria, sembrava volesse prendere un volo verso la beneamata Regina.

Una folla immensa fu testimone del miracolo.

Durante questa missione, Alfonso fece visita Maria Celeste e con lei si unì in una preghiera  consolatrice. 

MONASTERO DEL “SS. SALVATORE” – Foggia – Vetrata artistica raffigurante San Gerardo Maiella

 

Poco tempo dopo, Maria Celeste fu oggetto di visita anche da parte di S. Gerardo Maiella, umile fratello servo redentorista, la cui santità rapiva le anime e i cui miracoli entusiasmavano le popolazioni.   Da che si conobbero una stima reciproca si stabilì fra quelle due anime, così ben fatte per comprendersi e si creò tra loro una corrente di relazioni spirituali che solo la morte potè interrompere. Tanto che in ogni viaggio che faceva a Foggia, egli credeva in dovere di recarsi al monastero del SS.  Redentore. D’altronde il vescovo di  Troia Mons. Faccolli e più tardi il suo successore, Mons. De Simone, conoscendo la santità di Gerardo, lo pregarono più volte ad aiutare Maria Celeste sull’opera di santificazione, che ella aveva così bene cominciata.

Infine Gerardo non solo favorì al nuovo monastero qualche sua estasi, ma anche parecchi miracoli. Così con un solo segno di croce ridonò la vita ad una conversa moribonda e la sanità perfetta ad una giovane educanda, dichiara inguaribile da medici. Con le sue ardenti preghiere strappò pure alla morte una suora, che visse poi fino ad estrema vecchiezza. Gerardo chiamava Maria Celeste la sua “venerabile Madre”. Egli industriava di procurare al suo monastero nuove reclute, che lui stesso poi accompagnava ed arricchiva di santi consigli durante il viaggio. Fu in una simile occasione che Gerardo compì uno strepitoso miracolo. Conduceva a Foggia, insieme ai loro parenti, le due figlie di un certo don Cappucci, che volevano farsi religiose nel convento di Maria Celeste. Giunti al Cervaro, non era possibile passare: per le abbondanti piogge, il torrente straripava da ogni parte. Allora Gerardo, novello Mosè, stende la mano e comanda alle acque di dividersi. Eh! meraviglia! le acque  si arrestarono, elevandosi come una muraglia, e a piedi asciutti, la carovana passò. Quand’essa fu sull’altra sponda, i flutti, con un violento tumulto ripresero il loro corso. Parecchie profezie fece Gerardo ad alcune Suore e tutte si avverarono, Maria Celeste con le sue preghiere ricompensava a dismisura i benefici di Gerardo, che ne fu sempre riconoscente.

MONASTERO DEL “SS. SALVATORE” – Foggia – Vetrata artistica raffigurante la Beata Suor Maria Celeste Crostarosa

 

Articoli recenti