Il Lapidario del Museo Civico Di Foggia

Il LAPIDARIO DEL MUSEO CIVICO DI FOGGIA

 

Tra maggio e settembre del 1943 la città di Foggia fu obiettivo di una serie di incursioni aeree che determinarono distruzione su tutto il territorio urbano, altissimo fu il numero delle vittime civili.    La città portò su di se per anni i segni del sacrificio, oltre che nel ricordo dei sopravvissuti anche con la distruzione di quasi il 75% degli  edifici del tessuto urbano, tra questi molti edifici e monumenti storici . Negli anni cinquanta la città visse un lungo periodo di ricostruzione ove si aggiunse una volontà di conservazione della memoria storica e artistica. A questo si deve la creazione del nucleo del Lapidario  presso il Museo Civico  di Foggia, in cui  vennero raccolti tutti gli elementi architettonici e scultorei  provenienti da edifici distrutti o pericolanti. Nel 1966 venne allestito e aperto al pubblico per la prima volta, visibile solo per un breve periodo. Venne poi successivamente  riorganizzato e aperto definitivamente. Di seguito riportiamo alcuni dei reperti storici in esso esposti:

Lo stemma nobiliare, scolpito in rilievo su pietra non attribuito.

 

Blasone: leone rampante tenente un vessillo in palo con la fiamma .

 

 

Portale palazzo fam. Angelone

Portale in pietra scolpita, proveniente dal palazzo della Fam. Angelone crollato nella notte del 10 febbraio 1958 per cause non accertate, sorgeva tra vico della Pietà e via della Repubblica.  Scolpito sull’architrave è visibile lo stemma, al momento non attribuito a nessuna famiglia.

Lo stemma presenta un’ incisione con scudo semi troncato partito, nel primo a destra un aquila a volo abbassato, nel secondo partito sulla sinistra un leone rampante accompagnato da tre filami di posti in fascia.

Famiglia Lombardo  de Nicastro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La famiglia de Nicastro sono stati patrizi di Lucera, signori di Gambacorta, Baroni di San Chirico.

Blasone: ( Lombardo) Nel  1° partito, di rosso, al leone d’argento linguato del medesimo. (De Nicastro) nel 2° partito, d’argento, a cinque losanghe di nero, accollate in banda e accompagnate da un rastrello di cinque pendenti di rosso.

 

Lastra sepolcrale di Alexsio  De Capitis 

D.O.M.

CONDITORIUM  HOC

GENTIS BARONIAE DE ALEXIO CINERIBUS SACRUM

ALEXII PRIMUM

UNIUS EX TRIPERTITA FAMILIA CAPITIS

VIRI ANIMI TEMPERANTIA MORUMQUE INTEGRITATE

CUNCTIS PROBATISSIMI

EXCEPIT EXUVIAS

OBIIT DIE XIV FEBR MDCCCXXXI (morto il 14 feb. 1831)

VIXIT AN  LXXXIV MEN VII DIES II

Come rilevato nel 2017 dalla studiosa Lucia Teresa Lopriore la famiglia De Capite appartiene ad un antico casato sulmonese, imparentato con la migliore nobiltà locale e del Regno, vanta personaggi illustri in ogni tempo. Tra le più blasonate famiglie sulmonesi.  I de Capite ebbero più volte larga parte nell’organizzazione delle giostre rinascimentali. Camillo de Capite fu Mastrogiurato nell’edizione dell’Assunta del 1584 e Giulio, suo fratello, in quella dell’estate del 1587 e della primavera dell’anno successivo. Giovanni de Capite, assieme al nobiluomo Don Carlo d’Afflitto di Napoli, fu giudice nell’ultima giostra sulmonese del 1643, alla quale assieme al cavaliere napoletano Scipione Aldana, parteciparono Scipione Tabassi, che risultò vincitore, Alfonso Sanità, tre rappresentanti della famiglia Mazzara e tre dei Sardi. Della linea foggiana non sono giunte notizie. Lo stemma dei de Capite di Foggia è molto diverso da quello della linea sulmonese.

Blasone: di (…) al leone sulla pianura ondeggiante e fiorita il tutto al naturale, attraversato da una fascia di azzurro caricata di tre rose di (…). Timbro: corona di Principe del S.R.I. Le parti non determinate sono sostituite dai puntini tra le parentesi.

Epigrafe dedicata a Giuseppe Sforza

Pietra scolpita – 1639

Proveniente dalla chiesa di San Lazzaro, Foggia

 

Stemma Famiglia Caracciolo

Proveniente dalla chiesa di San Lazzaro, Foggia

 secolo XVII – XVIII

Finalmente è di questi giorni  l’attribuzione di questo stemma presente nel lapidario del museo civico di Foggia, fino a oggi del tutto sconosciuta. Si tratta dello stemma dei Caracciolo, che la studiosa di araldica e membro ordinario della Società Napoletana di Storia Patria Lucia Teresa Lopriore ha trovato la corrispondenza in un disegno che lo raffigura, contemplato in uno stemmario custodito nella biblioteca nazionale di Napoli.

I Caracciolo antica famiglia napoletana copre un ruolo importate, data la notevole presenza sul territorio, nelle vicende storiche dell’Italia meridionale.

Della famiglia Caracciolo troviamo e ricordiamo in Foggia i nomi di Vincenzo,[1] componente del Reggimento della Città di Foggia, come si evince da alcuni documenti 1939 e suo successore Giuseppe, come riportato nella delibera del Reggimento di Foggia, adottata nella seduta del 28 aprile 1648. Giuseppe Caracciolo donò alla confraternita dei Morti, nella quale entrò a far parte il 25 gennaio 1647 [2] , la tela a olio “Consolare gli afflitti” ancora oggi presente nella chiesa di Santa Maria della Misericordia a Foggia. 

Blasone : Ponte di tre archi sulla marina con una torre nascente dalla partizione sorretta da due leoni controrampanti, al capo una stella di oro.

Fonte: [1] LA CAPITANATA. Rivista quadrimestrale della Biblioteca Provinciale di Foggia – Capitolo: All’epoca di Masaniello di Rosa Cardone

          [2] Cfr. G. Arbore, “Blasoni e stemmi presenti nella città di Foggia”, Bastogi, Foggia 2011, pag. 17.

         

         Le descrizioni dei blasoni è a cura della studiosa e ricercatrice di araldica  Lucia Teresa Lopriore.

 

Uno dei quattro trofei che componevano in origine il monumento dell’illustre Vincenzo Lanza.

In origine il complesso scultoreo dedicato all’illustre  Vincenzo Lanza era circondato alla base da quattro trofei e quattro sfingi.  I trofei rappresentavano la filosofia, la medicina, la politica e la beneficenza.  Deliberato nel Consiglio Comunale del 12 novembre 1867, venne collocato, alla fine del 1869 nella piazza a lui dedicata, attualmente piazza Umberto Giordano.  Successivamente venne trasferito in Villa Comunale, dove, a seguito dei bombardamenti aerei del 1943 venne gravemente danneggiato perdendo la parte scultorea di base che comprendeva le quattro sfingi e i quattro trofei; solo uno di questi venne successivamente recuperato e custodito nella sala del Lapidario.

Di seguito riportiamo l’apprezzabile risonanza che ebbe tale opera monumentale dopo la sua realizzazione nel giornale “Pungolo di Napoli”, N° 135 del 17 maggio 1869.

 “ Il municipio di Foggia con lodevole intendimento deliberava innalzare un monumento all’illustre Medico Vincenzo Lanza in una delle principali piazze della città. Affidava il concetto e l’esecuzione del lavoro al giovane artista Cav. Beniamino Calì. Noi abbiamo avuto l’onore di ammirare tale opera, che fa onore al giovane scultore.

La statua è dell’altezza di circa tre metri. Nulla in essa è trascurato e nel vederla ogni uno dovrà dire che il Calì è uno degli artisti che fa onore al paese.

D’intorno al piedistallo si vedono quattro trofei simboleggianti la filosofia, la medicina, la politica e la beneficenza.

Non possiamo che  congratularci con Calì, sia per l’idea, che per l’esecuzione; …”

 

Testa coronata  – XIII secolo

La testa barbata e coronata, lavorata a tuttotondo su pietra locale, è uno dei pochi frammenti scultorei salvati dalla dispersione, fra quelli rinvenuti nel 1953, durante i lavori di restauro della collegiata foggiana.Venne pubblicata da Calò Mariani (1997), che rilevandone la fine qualità, ne riconosceva la somiglianza con le Teste dei Re di Guida provenienti dalla galleria della facciata occidentale di Notre Dame( Parigi). Il frammento si suppone sia stato parte di un insieme più complesso: parte di un altare o monumento funebre o di un portale.

 

Stemma del Capitolo Cattedrale di Foggia 1747 – 1751

 

San Michele Arcangelo 

Scultura in pietra dorata – XVII Secolo

Da Monte Sant’Angelo il culto dell’Arcangelo Michele si irradia in tutta la Capitanata, sin dal V secolo il monte Gargano è teatro delle miracolose apparizioni dell’Arcangelo tra le molteplici grotte del promontorio, che spesso diventano meta di pellegrini.

Così si diffonde e sviluppa l’iconografia del Santo, raffigurato nell’immagine di un guerriero che impugna nella destra una spada con cui trafigge il demone, nella sinistra una bilancia, simbolo di colui che soppesa le anime per il trapasso alla vita eterna. Questa figura di guerriero ebbe del suo culto presso i popoli guerrieri e votati alla conquista come i Normanni, che tra il XI e XII secolo  dominarono le terre di Capitanata.

 

Stemma nobiliare scolpito su pietra – XVII secolo

Non attribuito e di provenienza sconosciuta

 

Stemma nobiliare scolpito su pietra – XVII secolo

Non attribuito e di provenienza sconosciuta

 

Croce Viaria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La croce si presenta in una scultura bifacciale, scolpita in marmo bianco venato, raffigura da un lato il Crocifisso con la Madonna e San Giovanni l’Evangelista, dall’altro  la Vergine con il Bambino. Di autore sconosciuto, l’opera originale viene custodita nelle sale del Lapidario su istruttoria per la predisposizione di tutela da parte della Sopraintendenza ai Beni Culturali, dopo essere stata sottoposta ad  un attento restauro eseguito dalla dott. Loredana Mastromartino. Successivamente sull’antico monumento è stata collocata una copia eseguita con tecniche di calco.

 Innalzata dinanzi a Porta Grande, la croce viaria troneggiava su una colonna e alla sua base un piedistallo formato da tre gradoni circolari in pietra, su uno di essi è incisa la seguente scritta:

CRUX ET MONS ISTE TESTUDOQUE PUTEI

ROTUNDI ERECTI FUERUNT TEMPORE MAGISTRI

IURATI MAGNIFICI PROSPERI DE LA BASTI

A.D. MCCCCCXXXXIIII · IND II

Quindi, l’opera monumentale inalzata il 1544, si deve al Mastrogiurato Prospero della Bastia.

San Paolo e San Matteo

Sculture scolpite in marmo,  provenienti dalle fabbriche della Cattedrale di Foggia. Seconda metà del XIII secolo.  

A riguardo degli  stemmi che seguono Lucia Lopriore ce ne parla ampiamente nel trattato “La storia di Foggia sulle pietre”.

Fam. Giovene di Girasole 

 

Mons. Antonio de’ Sangro

Stemma della città di Foggia

Pietra scolpita XVIII secolo

Stemma della città di Foggia

Pietra scolpita prima metà del XVII secolo

 

 

 

 

 

 

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