Il “mastro” racconta

IL “MASTRO” RACCONTA

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Palazzo De Maio – De Vita

Palazzo De Maio – De Vita

Superata la grande cancellata in ferro battuto, l’atrio del palazzo settecentesco si presenta grande, spazioso, comodo per ricoverare la carrozza di famiglia. Sulla parete di fondo un grande arco porta nei sotterranei, locali di comodo nelle viscere del palazzo: ancora grosse arcate, volte alte che si perdono nel buio, quel che resta del pozzo per prelevare acqua, scalini consumati da affrontare con attenzione.
Cianfrusaglie sparse, una vecchia ed impolverata scatola di latta, dentro, tutto ti aspettavi di trovare, meno che un “libro mastro”: quelli con le pagine a due colonne, Dare e Avere, per annotare entrate e uscite, prelievi e versamenti, acconti e rimborsi.
Dorso scuro, scritta dorata impressa e sbiadita dal tempo e l’usura: “MASTRO”; riporta i conti di un anno, il 1949, di un esercizio commerciale e gestione familiare, per questo nelle annotazioni giornaliere che si possono scorrere, spesso il bella grafia, si alternano quelle relative all’attività e quelle di carattere familiare.
Uno spaccato, un osservatorio particolare della vita cittadina dell’epoca rispetto ai consumi, e di una famiglia del ceto medio.
Anno 1949, sta per iniziare la ripresa dopo i disastri di una guerra. Infatti, le scritture parlano di un crescendo nell’approvvigionamento degli articoli trattati così come nelle vendite e quindi nei consumi.
Si capisce chiaramente che molta della merce messa in vendita nella scaffalatura acquistata era stata bandita dalle tavole dei più (le sanzioni, la guerra), rara e a caro prezzo (borsa nera) sulle tavole di pochi.
Un negozio di “coloniali”, ma non solo, di quelle merci d’importazione anche da paesi africani (colonie italiane).
Fra tutto troneggia una macchina per la torrefazione del caffè, rossa qualcuno ricorda, come ricorda ancora il profumo, quando era in funzione, che invadeva tutta la zona: lo slargo della Cattedrale e le sue propaggini nella stradina di “Cupo” e retrostante “Mercato Coperto”.Libro MASTRO
Il negozio è aperto tutti i giorni, niente festività, né riposi. Frequenti ed in aumento continuo gli acquisti di caffè e di zucchero (lire 55/kg) si alternano con le spese quotidiane di famiglia: carbone, vitto, legna, alimenti, lavandaia (Assunta lire 400), poi la settimana al ragazzo di bottega (Benito lire 500), e ancora carta e spago per imballaggi, barattoli di vetro, spese di pubblicità, omaggi di caffè, regalie al postino, al “banconista di Cicinella” – vecchio forno in zona Conventino, offerte per le feste di Sant’Antonio, Sant’Anna e dell’Assunta, riparazione bicicletta.
A metà febbraio prima fornitura di biscotti, poi vaniglia, confetti, alcool puro e denaturato, lucido per scarpe, cacao e lievito (lire 250/kg).
Non mancano luce e gas, l’abbonamento radio (lire 2500) e il contributo al Comune per i disoccupati (lire 500), tassa bilancia (lire 2200) e bollo annuale (lire 1500).
Anche un libro mastro, se lo leggi senza l’assillo dei numeri, riesce a raccontare un
pezzo di storia cittadina.

 

 

 

 

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