La Fabbrica dei chiodi

LA FABBRICA DEI CHIODI

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

CHIODI

         La fabbrica della cera e quella del ghiaccio, lo sgranatoio della lana, mulini e pastifici, fonderie (Romolo e Romeo), Officina Gas e Grandi Officine FS, la fabbrica di biciclette Martucci, se n’è già parlato in “Foggia a due ruote”, e poi la Cartiera, questo, ed altro ancora, il tessuto industriale cittadino, tutto “dentro le mura”, che ha funzionato per diverso tempo.

Ed è proprio da una ricerca su Martucci (rione) curata dai ragazzi della scuola Montessori che veniamo a conoscenza, per altri sarà un cassetto della memoria che si riapre, dell’esistenza a Foggia di una fabbrica di chiodi, risalente probabilmente al 1915.

Al momento della ricerca, di quella fabbrica esiste solo una torre-ciminiera, anche quella sta per essere abbattuta per far posto ad un nuovo palazzo.

La fabbrica risulta essere appartenuta ai fratelli Ruggieri che per anni hanno gestito un negozio di ferramenta in Via della Repubblica.

La ricerca dei ragazzi è stata pubblicata a cura della scuola, un opuscoletto, diciassette pagine, tirato a ciclostile risalente ai primi anni ’70, dal titolo “INDAGINE CONOSCITIVA SUL RIONE MARTUCCI”.

“Al Martucci …” scrivono i ragazzi “… c’erano pochi abitanti, erano poche famiglie che lavoravano i campi per conto dei padroni delle masserie. Da Foggia però venivano anche degli operai a lavorare alla fornace. Era una fabbrica di chiodi… a fianco della fornace c’erano dei capannoni con grandi caldaie nelle quali si colava il ferro per ricavare chiodi di varia grandezza”.

La ricerca va indietro nel tempo, alla toponomastica dei luoghi e al vivere quotidiano della gente che li abitavano. Risulta quindi che il nascente Rione Martucci sorge nella zona già denominata “Orto Paciello”. Gli abitanti erano braccianti agricoli con un salario di due lire e due soldi al giorno. Lavoro nei campi per molte ore al giorno, vita misera, acqua di pozzo,candele e lumi a petrolio per illuminazione. Lavoro duro, campi e casa, pure perle donne e per i bambini che venivano presto avviati ai lavori agricoli:diserzione scolastica, analfabetismo, scarsa istruzione.

Questo il passato, mentre all’atto della ricerca i ragazzi trovano un rione dotato di una scuola materna privata istituita nel 1965 (100 bambini su 130 famiglie), una scuola elementare ed una sezione di scuola materna comunale “è un complesso a piano terra piuttosto vecchio con aule strette e malridotte: cinque classi ed una sezione di scuola media, in tutto una popolazione scolastica di 126 bambini”.

I ragazzi non mancano di rilevare che “di fronte alla scuola c’è una piccola fabbrica di coni gelati e che è già presente l’insediamento delle palazzine dei ferrovieri, mentre inizia a spuntare qualche villetta privata. La ferrovia separa il rione dal resto della città”

L’aspetto sociale, rilevato dai ragazzi, nel passaggio da “Orto Paciello” a Rione Martucci è fatto su un campione di 33 famiglie (il 25% del totale), questi i risultati:

–         Composizione media delle famiglie 6 persone

–         Disponibilità vani abitativi 84 per 185 persone

–         Operai 36,3%

–         Ferrovieri 30,3%

–         Contadini 21,2%

–         Coltivatori diretti, artigiani, autotrasportatori 12,2%

Commentano i ragazzi: “Si nota subito come la categoria di professionisti e impiegati risulta vuota…. riflettendo su questi dati si potrebbe affermare che la situazione socio-economica degli abitanti di oggi non è molto diversa da quella di ieri… la popolazione è prevalentemente formata da cittadini proletari”.

Rione Martucci_Pagina_4

Un articolo giornalistico dell’epoca evidenzia quella che è la situazione del Rione Martucci, un rione che tutti conoscono con questo nome ma non c’è una sola targa ad indicarlo.

Un po’ la sorte di tutti i nostri quartieri periferici che vivono la loro novità e lo spirito pioneristico dei loro abitanti, ma poi diventano parti aggiunte, spesso dimenticate della città.

L’articolo “Il Rione Martucci” è tratto dal Giornale “IL Corriere di Foggia” del  10 settembre 1964, custodito  presso la Biblioteca Provinciale di Foggia. 

Cliccare sulla foto per ingrandirla.

 

Pubblicato il: 3 Feb 2014

 

 

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