Sciale – Masserie di mare

SCIALE – MASSERIE DI MARE 

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Siponto, lo Scalo dei Saraceni, Ippocampo non fanno parte dell’agro di Foggia, ma nel tempo e con alterno apprezzamento sono state le spiagge preferite dai foggiani per le balneazioni estive.

Prima Siponto, da sempre raggiungibile in treno che ci riporta alla mente le lunghe file di bagnanti “zoccolanti” lungo il Viale della stazione, poi, la diffusione dell’uso dell’automobile ha permesso di scoprire, apprezzare e frequentare il resto che si è andato formando con insediamenti abitativi e turistici.

Da Siponto a Ippocampo una costa lunga con bella spiaggia e sole assicurato.

Non per niente un vecchio tratturello per Zapponeta, nel secondo dopoguerra, almeno nel primo tratto conosciuto come a vìje da fàme [*], o a vìje ‘a Cartìre (la via per la Cartiera) diventa la più nobile, indicativa e carreggiabile Via del Mare.

Dopo l’ultimo rettilineo della stessa che costeggia il torrente Cervaro che va a sboccare a mare, ci si immette sulla Provinciale 141, ex SS 159, la Strada delle Saline, con la possibilità di raggiungere, svoltando a sinistra lo Scale dei Saraceni e Siponto, a destra, Ippocampo e Zapponeta.

Quante volte abbiamo percorso in auto questa Provinciale, in un senso o nell’altro, allegri e spensierati, con la voglia pazza di sole e di mare, ma senza accorgerci o non prestare alcun interesse ad alcuni insediamenti abitativi, case ora abbandonate, spesso ruderi, disseminate nella fascia costiera fra il ciglio della strada e la battigia che sembrano calate qua e là col paracadute. Strutture che hanno in comune il materiale di costruzione, il tufo (Cave vicine?) che caduto l’intonato il tempo ha scurito, e vento, pioggia e salsedine hanno eroso.

Zona una volta molto paludosa con chiari segni e presenze ancora nell’immediato entroterra, terreno sabbioso che ha visto in quegli insediamenti abitativi-produttivi chi con dura fatica si è dedicato, e si dedica ancora, alla coltivazione di ortaggi: cipolle, patate, carote, da un po’ anche asparagi, all’allevamento della bufala e degli ovini così come testimoniano particolari manufatti con alti camini dove avveniva la lavorazione del latte (Pavaglione [1]) .

Insediamenti efficienti e sufficienti per l’uso cui erano destinati, dal gusto architettonico particolare ed apprezzabile, a volte cinti da mura, se ne vedono ancora tracce, probabilmente per difendersi dalla sabbia portata dal vento.

Alcuni di loro presentano garitte di vedetta con feritoie in pietra, una in particolare,  Siale Cafieri, presenta un torrino con copertura a cupola, al suo interno una scala a chiocciola porta all’accesso di un ampio terrazzo e a delle feritoie di avvistamento. Una pietra incastonata riporta l’anno 1742

Poderi, casali, casalini, sciali (sciale) per un’unità familiare autosufficiente nella coltivazione del fondo, quindi senza aggiunta di manufatti per salariati fissi e stagionali.

Questo particolare sito, la spiaggia degli sciale, proprio perché su di essa sono disseminate queste singolari strutture il cui nome sembra un francesismo, da chalet (pron. scialè), forse preceduto da semplici capanni per appoggio provvisorio a cui nel tempo si sono sostituiti i corpi di fabbrica che danno l’impressione di essersi ingranditi nel tempo secondo le necessità.

Questi edifici riportano il nome SCIALE accompagnato dal cognome del proprietario originario. Di seguito riportiamo l’elenco incompleto perché di molti non si è ritrovata documentazione.

1.Sciale Petruzzo 2. Sciale Mazzoni 3. Sciale Bacchettini 4. Sciale Frattarolo 5. Sciale ? 6. Sciale Borgia 7. Sciale D’Apolito 8. Sciale Cafieri 9. Sciale Borgia 10. Sciale ? 11. Sciale ? 12. Sciale ? 13. Sciale ? 14. Sciale Ritucci 15. Sciale ? 16. Sciale ? 17. Sciale ?  18. Sciale ? 19. Sciale ? 20. Sciale Catalete 21. Sciale Torre Grande 22. Sciale Fiore 23. Torre San Benedetto 24. Sciale Mozzillo 25. Sciale ? 26. Sciale Moruso 27. Sciale ? 28. Sciale ? 29. Sciale ? 30. Torre Carlone 31. Sciale Di Candia 32. Sciale Bartolomeo 33. Sciale ?  34. Sciale Ferrara.

 

Da un programma di recupero del marzo 2015 predisposto dal Comune di Manfredonia: “Gli sciali e le zone umide”, apprendiamo che si estendono ad una distanza dal mare che varia dai 400 agli 800 metri

In effetti la definizione masseria è eccessiva, lo sciale è un podere di modeste dimensioni, e il riferimento al mare (Masserie di …) è solo per indicarne la particolare ubicazione, niente a che fare con la pesca o l’allevamento di pesci e molluschi. E’ interessante però sottolineare che le strutture si prestano bene per un recupero strutturale e culturale, in modo di restituire ai luoghi un miglioramento dal punto di vista paesaggistico.

 

[1] Pavaglione – Locale di ritrovo e sosta dei braccianti prima dell’uscita al lavoro nei campi con al centro una fonte di fuoco e panche lungo il perimetro interno. Prende il nome dalla sua caratteristica volta a superficie curva nella parte interna e la parte esterna presenta una grossa canna fumaria a forma di tronco di cono. Quasi sempre il locale è adiacente alle stalle in modo da poter sfruttare il fuoco per eventuali lavorazioni casearie o per necessità di acqua calda.

 

 

 

 

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