La Capitanata nella Resistenza

LA CAPITANATA NELLA RESISTENZA

 di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Il 25 aprile è il giorno in cui ogni anno in Italia si celebra la festa della Liberazione dal nazifascismo, avvenuta nel 1945. L’occupazione tedesca e fascista in Italia non terminò in un solo giorno ma si considera il 25 aprile come data simbolo, perché quel giorno del 1945 coincise con l’inizio della ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della repubblica di Salò dalle città di Torino e di Milano, dopo che la popolazione si era ribellata e i partigiani avevano organizzato un piano coordinato per riprendere le città.

Accampamento di partigiani nel circondario di Vergato, lungo la linea Gotica. (Archivio di famiglia Brescia Romeo)

Una ricorrenza (una festa) non ancora pienamente condivisa nel nostro Paese segnato da indifferenza e avversione che come un’eredità si ripropongono tra le classi giovanili (gli anziani passano ad altra vita) di un certo orientamento politico che non hanno vissuto quel periodo.

L’intero Sud pare avere un approccio difficile rispetto a questa importante ricorrenza (al Sud vinse la Monarchia al Referendum Istituzionale),  defilato, è un qualcosa che non sentiamo completamente nostro perché la Resistenza avvenne altrove, al Centro-Nord, con un’Italia geograficamente divisa in due (Linea Gustav) e in stato di guerra civile.

Altrimenti non poteva essere però, visto l’evolversi degli eventi bellici che dall’Africa interessarono subito dopo il nostro meridione consentendo al Centro e al Nord più tempo per organizzarsi.

Nonostante questo, significativi atti di Resistenza si ebbero a Napoli, Matera, Ascoli Satriano, Serracapriola, Celenza Valfortore, Lanciano, ecc., ma quello che più conta è  che la partecipazione dei meridionali non mancò nella Resistenza: gente emigrata, militari sbandati, altri che si rifiutarono di passare con la Repubblica di Salò, persone che si trovarono bloccate in quelle zone senza possibilità di rientrare. Fonti storiche la attestano al 40% circa.

I comuni della Capitanata che con i loro concittadini hanno dato il contributo alla Resistenza.

Elementi certi che lo comprovano si desumono da quei siti dell’ANPI, che con un lavoro certosino e certificato, hanno recensito i nominativi di coloro che hanno partecipato alla Resistenza nelle zone territoriali di competenza. Si riporta di seguito, per Comune di nascita, il numero degli appartenenti alla Capitanata precedente all’istituzione della BAT.

Il database del Lazio comprende 9.050 schede, di queste 163 riguardano nativi della Capitanata fra cui 6 donne

Il database del Piemonte comprende 108.421 schede, di queste 466 riguardano nativi della Capitanata fra cui 21 donne

In entrambi i database risultano diversi caduti in combattimento, catturati e fucilati, deportati.

COMUNE 

LAZIO

PIEMONTE

Anzano di Puglia

1

2

Ascoli Satriano

5

Biccari

1

Bovino

1

2

Candela

1

9

Carapelle

1

9

Castelnuovo Monterotaro

1

2

Castelluccio della Daunia

2

Castelluccio Valmaggiore

3

Celenza Valfortore

1

1

Celle San Vito

1

Cerignola

93

60

Deliceto

2

Faeto

1

Foggia

12

134

Ischitella

3

Lesina

1

Lucera

2

28

Manfredonia

6

5

Margherita di Savoia

4

1

Mattinata

1

4

Monte Sant’Angelo

2

3

Ordona

2

Orsara di Puglia

4

Orta Nova

4

27

Panni

2

Peschici

5

Pietramontecorvino

1

4

Rignano Garganico

3

Rocchetta Sant’Antonio

6

Rodi Gargano

3

Roseto Valfortore      

2

San Ferdinando di Puglia

15

San Giovanni Rotondo

2

3

San Marco in Lamis

2

5

San Nicandro Garganico

4

San Paolo Civitate

1

San Severo

18

43

Sant’Agata di Puglia

5

Serracapriola

3

Stornara

3

Stornarella

1

1

Torremaggiore

3

28

Trinitapoli

12

Troia

4

1

Vico del Gargano

9

Vieste

6

Volturara Appula

1

Questi sono i dati di una sola Provincia di una sola Regione meridionale, pertanto fortemente parziali.

Un tributo di uomini e donne, un tributo di sangue alla Resistenza che è di tutti, anche del nostro Sud.

 

 

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