La noleggiatrice di radio

LAMPI, STORIE & SCORIE DI UNA GUERRA

LA NOLEGGIATRICE DI RADIO

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

La guerra mondiale, la seconda, era finita da poco e portare avanti una famiglia con nove figli era problematico sotto ogni aspetto.

Unica fonte di reddito il papà, che per il duro e prolungato lavoro giornaliero aveva contratto una brutta ernia a cui si erano aggiunti seri problemi di stomaco, per cui i medici interpellati avevano deciso di intervenire chirurgicamente su entrambi i problemi.

“Lo squartarono quei …..” racconta la fonte orale, un arzillo anziano, Mario, oggi ottantatreenne, memoria di ferro per date ed eventi, ragazzo di bottega (falegname) già dall’età di dodici anni, “…. e non tornò più a casa, morì giovane!”.

Mario si fa ascoltare volentieri, affascina, è un bravo narratore, un fiume in piena, ogni tanto serra le palpebre per concentrarsi su qualche particolare, ma è solo un attimo.

In casa, esaurite le scorte finanziarie ed alimentari, la fame più nera bussava alla porta.

I fratelli più grandi, nel rispetto del lutto paterno, non organizzavano più feste da ballo in casa; loro, cosa veramente rara per quei tempi, possedevano una radio, e Mario ce la descrive: “Di quelle col mobiletto basso, a due antine, e dentro tappezzata da tanti piccoli rettangoli di specchio !”.

Sicuramente si trattava di una radio-giradischi con il vano per riporre bottiglie di  liquore, rosolio all’epoca, e bicchierini.

Radio 1

Fu così, che uno dei loro amici chiese alla madre di prestargli la radio per organizzare una festa da ballo da un’altra parte.

“Al momento della richiesta ….”, continua a raccontare Mario, “….mia madre, una donna che non si è mai abbattuta, ebbe il colpo di genio”.  E così dicendo si punta il dito indice sulla fronte.

Infatti, la madre di Mario acconsentì alla richiesta, ma dietro compenso di una determinata somma a cui aggiungere ancora cinquanta lire per la carrozza (carrozza di città a traino equino) che doveva trasportare e riportare indietro la radio. A garanzia della restituzione della radio qualcuno lasciava in deposito il proprio documento d’identità.

“Iniziammo a vedere la luce….”, racconta Mario, “… con i proventi del noleggio della radio, ci garantivamo un minimo di sostentamento. La radio era diventata la regina della casa, com’era bello la mattina quando la riportavano a casa, la tiravamo giù dalla carrozza con tanta delicatezza”.

Foto di Famiglia Brescia Romeo - Festa di matrimonio 1950

Foto di Famiglia Brescia Romeo – Festa di matrimonio 1950

Dopo un po’ di tempo, la madre di Mario decise di acquistare una seconda radio: “Una radio come quella costava trentamila lire, e mia madre firmava dieci cambiali da tremila lire, così il ricavato in parte serviva per acquistare cibo, vestiti, ecc., e in parte per pagare le cambiali”, è ancora Mario che racconta, e poi all’improvviso, come al suo solito, un po’ per la stanchezza che accusa, ma anche perché quando racconta lui le rivive le situazioni: “Senti, senza farla lunga, alla fine, mia madre,  acquistò ben sei radio! Che donna forte e intelligente, e che doveva fare la p…. per mantenere tanti figli!?”.

[Raccolta dalla voce di M. M. – Settembre 2014]

Copyright © 2015 Tutti i diritti riservati

Articoli recenti