24 marzo 1944  – Eccidio delle Fosse Ardeatine

24 MARZO 1944  – ECCIDIO DELLE FOSSE ARDEATINE

(Nicola Stame e Pasquale Balsamo, una storia tutta foggiana)

E’ una storia tutta foggiana quella che si compie tra il 23 marzo 1944 (Attentato di Via Rasella) e il 24 marzo 1944 (Eccidio Fosse Ardeatine), ma il tempo per arrivarci è abbastanza lungo, è il tempo necessario affinché la sorte o il destino combinino insieme gli elementi necessari: la nascita dei due protagonisti, il loro stato sociale, la Foggia a volte mamma a volte matrigna che ti respinge e costringe ad andar via, la guerra e poi il resto.

Così capita a due ragazzi foggiani in tempi diversi per differente età anagrafica, passano sedici anni di età tra l’uno e l’altro. Nicola Stame nasce nel 1908, Pasquale Balsamo nel 1924; Nicola è figlio di una popolana casalinga di cui prende il cognome, la sua casa natale è in un basso di Via La Spiga 14 attuale Via Umberto Garofalo, quartieri Ottocenteschi abitati da gente umile, case, se così si possono chiamare, addossate l’una all’altra, frequenterà scuole tecniche; Pasquale  di famiglia agiata, il padre funzionario pubblico, nasce ed abita al secondo piano del Palazzo Trifiletti in Corso Garibaldi una elegante dimora dei primi del ‘700,  sarà avviato alle scuole liceali.

Due realtà completamente differenti che prefigurano due destini altrettanto differenti. Probabilmente non si sarebbero conosciuti neanche se avessero continuato a vivere a Foggia.

Ma il destino a volte è avverso, altre beffardo e altre ancora imprevedibile.

Il destino li ha fatti nascere entrambi a Foggia, ma lo stesso destino, in epoche diverse li porta a Roma.

 

Nicola a sedici anni parte da solo per l’Argentina, due anni dopo torna in Italia a Roma. E’ un giovane diciottenne, Pasquale ha appena due anni, ma nel 1934 anche lui si trasferisce con la famiglia a Roma, ha dieci anni, ancora bambino, Nicola è un giovane uomo di ventisei anni.

Il destino unisce per luogo di nascita, separa ed unisce ancora. Non si sono conosciuti prima e non si conosceranno dopo.

Nicola intraprende la carriera militare a cui unisce l’amore per il bel canto, la musica lirica, ha una bella voce da tenore che coltiva, educa ed avrà diverse occasioni di farla conoscere ed apprezzare producendosi in diversi spettacoli teatrali, Pasquale è studente liceale.

Ci vorrà il fascismo perché i loro destini riprendano un cammino di ideale coincidenza, avversano entrambi quel regime: sono antifascisti.

Poi ancora la Seconda guerra mondiale e l’Armistizio dell’8 settembre segneranno un altro importante momento di avvicinamento ideale: entrano entrambi in clandestinità per combattere contro l’occupatore tedesco, Nicola in “Bandiera Rossa” del Movimento Comunista d’Italia, Pasquale nei GAP, Gruppi di Azione Patriottica del Partito Comunista Italiano.

Hanno stessi ideali politici, lottano per la stessa causa, non si conoscono.

Entrambi sono fortemente impegnati in prima persona, subiscono arresti, carcerazioni, Nicola subisce anche torture. Sono punti di riferimento nelle rispettive organizzazioni, importanti pilastri fino al punto che Nicola prepara un piano di insurrezione per Roma che però non sarà attuato, mentre Pasquale partecipa ad un attentato a Vittorio Mussolini che però fallisce. Anche qui stessa sorte e stesso destino.

E Pasquale sarà ancora presente tra i gappisti che parteciperanno all’attentato di via Rasella.

 

Ora, seguiamo il corso del tempo:

  • 24 gennaio 1944

Nicola viene nuovamente arrestato dai nazi-fascisti, condotto a via Tasso, torturato non parla, quindi condannato ai lavori forzati in Germania e trasferito alle carceri di Regina Coeli.

  • 23 marzo 1944

Ore 13,00 del primo pomeriggio, dodici gappisti, fra cui Pasquale, si appostano tra via Rasella e zone limitrofe per portare a compimento il loro piano. Ma quella mattina succede qualcosa di strano, il piano sta per fallire, la colonna tedesca che aspettano è in netto ritardo sull’orario di passaggio da loro più volte in precedenza verificato.

Ore 13,45 si attende ancora ma i momenti diventano concitati; il gappista travestito da spazzino con il carrello pieno di esplosivo e la miccia con cui innescare il fuoco non sa più che fare; Pasquale e gli altri gappisti tra cui una donna appostati tutt’intorno preoccupati si lanciano sguardi interrogativi, i cuori pompano al massimo, adrenalina a profusione.

Ore 15,40 finalmente il segnale, stanno arrivando. Ma prima dei tedeschi compare un gruppetto di ragazzi che inseguono un pallone calciato male e che va giusto in direzione dello “spazzino” lì dove avverrà lo scoppio dell’esplosivo.

Pasquale esce dal suo nascondiglio, raggiunge il pallone e lo colpisce con un forte calcio rinviandolo indietro così da fargli superare i ragazzi in arrivo che prendono la cosa come un dispetto e gratificano Pasquale di una buona dose di parolacce: “A fijo de ‘na mignotta!”.

Ore 15,45 Pasquale torna al suo posto, lo “spazzino” da fuoco alla miccia, al rumore della deflagrazione si unisce quello di quattro bombe lanciate dai gappisti e subito dopo da quello di una sparatoria ingaggiata tra gappisti e militari tedeschi sopravvissuti.

In quel preciso momento il destino di Pasquale e quello di Nicola sono ancora più vicini, anzi si aggrovigliano, uno è l’albero, l’altro è l’edera che si attorciglia sopra. Loro non lo sanno, neanche si conoscono. Suonano contemporaneamente due campane dallo stesso campanile, una a festa per Pasquale, il piano è riuscito, una a morte per Nicola per quello che lo attende di lì a poco ma non sa.

  • 24 marzo 1944

Nicola viene prelevato da Regina Coeli e condotto alle Fosse Ardeatine dove viene trucidato con altre 334 persone vittime della rappresaglia tedesca.

Tutto è compiuto.

  • 25 marzo 1944

Il Comando tedesco comunica:

“Nel pomeriggio del 23 marzo 1944, elementi criminali hanno eseguito un attentato con lancio di boma contro una colonna tedesca di Polizia in transito per via Rasella. In seguito a questa imboscata, 32 uomini sono stati uccisi e parecchi feriti. La vile imboscata fu eseguita da comunisti badogliani. Sono ancora in atto indagini.

Il Comando tedesco è deciso a stroncare l’attività di questi banditi scellerati. Nessuno dovrà sabotare impunemente la cooperazione italo-tedesca nuovamente affermata. Il Comando tedesco, perciò, ha ordinato che per ogni tedesco ammazzato dieci criminali comunisti-badogliani saranno fucilati. Quest’ordine è già stato eseguito”. 

“E’ già stato eseguito”, tutto è stato fatto nel più fragoroso silenzio.

I due destini quello di Nicola e quello di Pasquale hanno cessato di rincorrersi, sfiorarsi e intrecciarsi, Nicola non ha più un destino, il suo è arrivato al capolinea, fine corsa.

Un’azione fulminea e inaspettata quella di Via Rasella, una reazione immediata e altrettanto inaspettata e spropositata quella delle Fosse Ardeatine il cui ingresso, dopo l’eccidio, viene fatto saltare come per cancellare ogni cosa.

Ed ora seguiamo un po’ i sentimenti e l’immaginazione data buona conoscenza e gli approfondimenti sui due protagonosti.

Non ci fu richiesta da parte dei tedeschi agli sconosciuti esecutori dell’attentato di consegnarsi per evitare la strage di tante persone.

Se l’avessero fatta, Pasquale e gli altri gappisti che decisione avrebbero preso?

I tedeschi non avvisarono dell’imminente esecuzione, l’avessero fatto Pasquale e gli altri avrebbero messo in atto qualche azione di contrasto? Se mai quel piano di insurrezione di Roma preparato proprio da Nicola!?

Non venne pubblicato un elenco dei nominativi dei destinati a morte, forse Pasquale l’avrebbe letto e se mai accanto al nome di Nicola Ugo Stame avrebbe trovato “di Foggia”.

Che avrebbe fatto in tal caso?

Si sarebbe recato sul posto, se mai fosse stato possibile? Avrebbe guardato uno ad uno i condannati scendere dai camion mentre erano avviati verso l’antro delle Fosse Ardeatine?  Avrebbe cercato di capire chi fosse Nicola? E come poi!?!

E che ne so! Si dice che sangue chiama sangue e perché no terra chiama terra, Foggia, la propria terra d’origine per entrambi, madre e matrigna. Forse un brivido avrebbe scosso Pasquale e Nicola nel momento in cui si incrociavano con gli occhi, o forse un’accelerazione dei battiti cardiaci!

E se avessero avuto la possibilità di scambiare qualche parola, cosa si sarebbero detti?

“Perdonami Nicola, ma andava fatto!”

“Lo so Pasquale, non ti preoccupare, il peggio è passato!”

 

Pubblicato il: 24 Mar 2021

Articoli recenti