Due chiese sorelle

DUE CHIESE SORELLE

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Hanno convissuto per qualche secolo guardandosi l’un l’altra attraverso l’ampio spazio del Piano della Croce (Piano delle fosse) ad una distanza di poco più di cento passi.

Della chiesetta di Santo Stefano dei ferri (anche ai ferri), così perché una sua camera veniva concessa in fitto per “ferraria” (lavorazione del ferro), quasi a ridosso di quella di San Giovanni B., si hanno notizie certe a partire dal 1310 e 1325.

Ricostruita dopo un terremoto (1456) e definitivamente abbattuta nel 1839 ormai in stato di abbandono.

Il ricavato dalla vendita dal suolo di risulta di questa chiesetta con un solo altare venne impiegato per la costruzione della nuova Santo Stefano Protomartire (1842) nell’attuale Via G. Urbano su un suolo donato dal Marchese Francesco Filiasi.

L’altra, San Rocco, “Una cappella di modeste dimensioni con un campanile e una campanella” viene citata nella Visita Pastorale di Monsignor Giacomo Aldobrandini, Vescovo di Troia, nel 1595, e nell’elenco delle chiese di Foggia visitate da Monsignor De Ponte (1617).

La caratteristica principale che accomuna queste due Chiese è che erano riferimento, e  ad esse si richiamavano le due omonime Compagnie di sfossatori addette al Piano delle fosse.

“La chiesa di Santo Stefano era governata e restaurata dagli sfossatori della Compagnia di Santo Stefano, i quali facevano celebrare la S. Messa nei giorni festivi e solennizzavano annualmente la festa del santo titolare”

[Dagli atti di Monsignor Sorrentino del 1665 e 1671]

Mentre negli atti della Vista Pastorale di Monsignor Salvatore Bella del febbraio 1911 si legge: “La Chiesetta sotto il titolo di San Rocco fu eretta dall’associazione dei lavoratori del piano dei granai, la quale si costituì in Confraternita con la detta approvazione del Governo di Napoli” (1739-1740). Trattasi della Confraternita della SS. Trinità.

Non si ha certezza rispetto alla datazione del nostro Piano delle fosse, almeno da quando, una fossa dopo l’altra, si venne a creare una situazione tale da richiedere un certo numero di addetti ed una regolamentazione, prima orale, poi ripresa e riportata nel primo regolamento scritto del 1725, a cui seguirono altri sempre più precisi e puntuali circa la competenza dei tre Deputati al governo delle fosse eletti dal Ceto dei Massari e da quello dei Commercianti, i rapporti economici fra acquirenti e venditori, ma soprattutto i doveri in capo alle singole figure all’interno delle due Compagnie: Caporali, sottocaporali, scrivani, sfossatori e figure collaterali come i carreggia tori ed i compagni di terra.

Vero è però, che già Federico II in una lettera a Morico di Siponto, “Magistro Portulano Apuliae” (1245/46), approva l’assunzione fatta dal Mastro Portulano di “sex viros idoneo et fideles qui mensurationi vietualium et onoraciani vasellorum intersint” (Sei uomini idonei e fedeli  adibiti alla misurazione dei cereali ed al carico sulle navi).

Inoltre, il Regolamento delle fosse datato 20 gennaio 1858, all’articoli 1 riporta: “Restano conservate le due Compagnie di sfossatori ab antiquo esistenti ….”.

Tornando alle due chiesette, con l’abbattimento (1839) di quella di S. Stefano, la statua del Santo fu portata nella chiesa di S. Rocco e “le due Compagnie si unirono in un legame più stretto e amichevole”.

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La statua di S. Stefano – Chiesa di San Rocco

La statua di S. Stefano ai ferri, di cui però stranamente non si trova alcuna menzione nelle Visite Pastorali, è ancora ospite della chiesa di S. Rocco e potrebbe risultare tra le più datate di quelle esistenti nelle antiche Chiese di Foggia.

Le analogie continuano fra la vecchia chiesa di S. Rocco e la “nuova” di S. Stefano Protomartire in Via G. Urbano.

Anche in quest’ultima si insedia (1858) una Confraternita, quella pia-laicale di San Nicola sotto il titolo di Maria SS. Della Vittoria, e come l’altra venne danneggiata dai bombardamenti dell’estate ’43.

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Quadro dei Santi Fondatori dell’Ordine della Trinità – Chiesa di S. Rocco

Opere del pittore foggiano Antonio la Piccirella (1841-1900) si trovano in entrambe le chiese: una tela firmata “Antonio la Piccirella foggiano fece nel 1878” a S. Rocco rappresenta i Santi fondatori dei Trinitari, invece, due affreschi nella volta della chiesa di S. Stefano rappresentanti rispettivamente “La gloria di S. Stefano” e “Il martirio di S. Stefano”, firmati dal la Piccirella, risalgono al 1897, mentre tutto l’apparato decorativo di questa Chiesa “realizzato a stucco con delicate lumeggia ture in oro” risulta opera realizzata nel 1897 dallo stuccatore foggiano Comincio Pirro, come da recente rinvenimento della sua firma all’interno della cornice modonata che orna e percorre la parte alta dello spazio sacro dell’assemblea. Antica usanza di lasciare la propria firma in luogo nascosto e poco accessibile.

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Chiesa di Santo Stefano – “La gloria di S. Stefano” e “Il martirio di S. Stefano”

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Firma dello stuccatore Comincio Pirro – Chiesa di Santo Stefano

Le due Chiese “sorelle” e il grande Piano dalle mille fosse, oggi ne resta solo una sul sagrato antistante la chiesa di San Giovanni Battista, ed è solo un caso che questa fossa indicata come “La fossa delle tre sorelle”,  in effetti solo due di esse portavano questo nome tra tutte quelle esistenti un tempo, come si legge in una pubblicazione di Urbano Marano.

Fonti:

  • Archivio Storico Diocesano di Foggia
  • Archivio Storico Parrocchia Santo Stefano
  • Donato Ceglia “Cenni storici Confraternita della SS. Trinità e di S. Rocco” – Grafiche Grilli srl – 2003
  • Urbano Marano “Foggia nostra – Personaggi ed eventi” – 1984

 Pubblicato il: 17 Set 2017 

 

 

 

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