Foggia e il brigantaggio postunitari

FOGGIA E IL BRIGANTAGGIO POSTUNITARIO

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Foggia ed il suo circondario: privo d’alberi, assolato d’estate; d’inverno con un regime di acque di superficie senza controllo che implementava paludi, acquitrini e marane, non poteva certo essere un terreno ideale per le formazioni di briganti (Insorgenti!) che si opponevano al nuovo padrone piemontese, e che invece per le loro azioni di guerriglia preferivano zone collinari, boschi e foreste utili rifugi e nascondigli dopo un’impresa.

Ma basta spostarsi di una decina di chilometri: Cappella Incoronata (Santuario)-Bosco Incoronata, immaginandone la maggiore estensione dell’epoca, e non manca qualche episodio riportato dalle cronache dei tempi:

“il 29 ottobre 1861 in uno scontro con la resistenza pugliese sono uccisi presso la Cappella dell’Incoronata vicino a Foggia il Capitano Oddone, il cappellano militare e il medico dei Lancieri di Milano”.

[ da “Due Sicilie 1830/1880” di Antonio Pagano]

La breve notizia sopra riportata trova maggior spazio e dettagli in “Cronistoria di Foggia” di Carlo Villani.

Per cui appare chiaro che non fu un attacco e uno scontro diretto con i tre militari piemontesi, ma una rapina nei confronti di tale Zicari Felice possidente terriero locale.

Infatti, con due carrozze, lo Zicari con i due figli, uno sacerdote e l’altro di tenera età, in compagnia del capitano Oddone, del maggiore-medico Cardona e il cappellano Gaspardone tutti e tre del Reggimento dei Lancieri; rientravano a Foggia nel pomeriggio del 29 ottobre 1861 da un tenimento di campagna dello Zicari  probabilmente dopo aver trascorso una giornata conviviale.

Non è dato sapere chi fosse a capo del gruppo dei circa quaranta briganti a cavallo che compì l’azione, né se la stessa fosse stata programmata o occasionale; a Felice Zicari furono sottratte dieci piastre [1] e poi rinchiuso con i figli nei locali della chiesa, mentre i tre appartenenti ai Lancieri di Milano vennero portati via e furono fucilati in località Cervaro vecchio, dopo aver ricevuto percorse con i calci dei fucili, pugni e pedate.

Il tutto si svolge nelle immediate vicinanze del Bosco dell’Incoronata divenuto all’epoca quartier generale delle formazioni di briganti che operavano nella zona montando cavalli di razza pugliese che assicuravano prestazioni superiori a quelli utilizzati dall’esercito piemontese.

Lo  Zicari, una volta liberatosi, a notte inoltrata raggiunse Foggia portando la notizia che provocò paura e sconcerto, ma consentì il recupero dei corpi dei Lancieri che vennero portati presso l’ospedale S. Giovanni di Dio.  Ad  accompagnare  le salme al cimitero di Foggia,

Il giorno nove del mese successivo, nel traslare la salma del Capitano Oddone da Foggia a Torino, suo paese di origine, in prossimità di Giardinetto di Troia, il caro funebre fu attaccato da un gruppo di briganti che diedero al rogo le spoglie del capitano.

Su iniziativa della Società dei Reduci di Foggia, a distanza di anni, il 29 ottobre 1899, venne officiata una messa dall’Arciprete P. Poliseno nella chiesa di Gesù e Maria in suffragio delle anime dei lancieri caduti. Presero parte civili e militari, e delle rappresentanze di varie istituzioni cittadine, delle varie Leghe operaie e degli stessi Lancieri di Milano con a capo il tenente Boni, appositamente venuti da Parma. Il giorno successivo gli stessi si recarono in corteo al cimitero dove venne scoperta una lapide commemorativa.

Al Capitano Cesare Oddone Foggia ha dedicato una via cittadina oltre che l’intestazione dell’ex Distretto Militare.

[1] Moneta d’argento di 120 grana di ca. 27 grammi

 

Ottobre 2020

Ex Distretto Militare Cesare Oddone – Foggia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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