Il Beato Giacomo D’Assisi – Dall’Umbria a Foggia: spiritualità e miracoli

 

IL BEATO GIACOMO D’ASSISI

Dall’Umbria a Foggia: spiritualità e miracoli

 Il panorama culturale che si sviluppò nel Medioevo in Terra di Capitanata è notoriamente ricco di figure ed eventi significativi, che spaziano dall’arte alla spiritualità, dal Governo al ruolo strategico del territorio.

La finestra che qui andiamo a spalancare vuol far luce, pur senza la pretesa dell’ esaustività, su una figura che ha lasciato traccia a Foggia e nel suo circondario: il Beato Giacomo da Assisi.

Giacomo, originario di Assisi, ebbe modo di conoscere e frequentare san Francesco assieme ad altri assisani, tra cui Teobaldo. Egli apparteneva quindi a quella prima generazione minoritica, sorta attorno al poverello d’Assisi, che irradiò presto nella penisola il messaggio e la spiritualità del francescanesimo nascente.

Su Giacomo, le sue origini e il ruolo svolto a Foggia nella Provincia francescana di sant’Angelo le fonti sono scarne e limitate piuttosto ai miracoli operati in vita e dopo la morte. Tra le fonti più antiche che ne attestano memoria e che permettono di delineare un quadro sintetico, seppur frammentario, vi è il Dialogus di Fra Tommaso da Pavia, del 1244, che ne cita la sepoltura a Foggia, presso quello che all’epoca era l’unico convento francescano della città, sito sull’attuale via sant’Antonio ed utilizzato, nei secoli successivi, come caserma e distretto militare.

Il convento di San Francesco in un disegno del XVII custodito presso l’Archivio di Stato di Foggia.

Bernardo da Bessa riconosce in Giacomo di Assisi quel confratello che, nella Vita Secunda del Celano, vide ascendere al Cielo l’anima di Francesco, splendente come un astro, sospinto verso l’alto da una nuvoletta.

Molto presumibilmente l’ingresso di Giacomo nell’Ordine avvenne negli anni ’10, come riportato nel leggendario francescano del Padre Minore Riformato Fra Benedetto Mazzara, in cui, con una certa enfasi, si tratteggia la sua richiesta d’ingresso direttamente a Francesco dopo che quest’ultimo aveva concesso di vestire il saio a Stefano e Lunardo d’Assisi, anch’essi venerati poi come Beati. Secondo il leggendario, Giacomo sarebbe diventato frate nel 1210 per volontà dello stesso Francesco; probabilmente la sua discesa in Puglia avvenne nella seconda metà degli anni ’10 del XIII secolo, forse congiuntamente al conterraneo Fra’ Agostino che, nel 1217, venne inviato in Terra di Lavoro (Campania) come Ministro Provinciale.

Fra Tommaso da Pavia cita anche un altro umbro giunto nel Foggiano, un egubino stabilitosi nell’abitato di Corneto, in territorio di Ascoli Satriano, che entrato nell’Ordine nel 1222 si adoperò per l’assistenza ai lebbrosi: il Beato Benvenuto, uno dei patroni di Deliceto.

Si delinea così un quadro di notevole interesse per la spiritualità e l’operosità francescana, elementi che portarono i Minori a stretto contatto con il popolo, specialmente quello più socialmente periferico ed oggetto di ignominiosa considerazione.

Nulla sappiamo della morte del Beato e delle cause che portarono alla dispersione dei suoi resti, così come del sepolcro che li custodiva: il primo convento francescano è ormai privo di opere d’arte e trasformato in maniera radicale.

Riportiamo di seguito la memoria in latino del Beato Giacomo dal Dialogus e in italiano dal Leggendario francescano:

Dialogus de vitis sanctorum fratrum minorum

Scriptum circa 1245 nunc primum edidit Fr. Leonardus Lemmens O.F.M.

Romae MCMII

(Dialogus di Tommaso da Pavia)

DE FRATRE JACOBO DE ASSISIO.

(1) Mulier quaedam Salse Burgensis cum morbo fistulae gravissime laboraret, fratri JACOBO DE ASSISIO, qui requiescit Fogiae, humiliter se devovit. Facto igitur voto coram multis dicti fratris meritis concupitam illico rehabere promeruitit sanitatem.

(2) Philippus campsor de Fogia, cum quartanam multo tempore passus foret, nec in aliquo medicorum sibi cura prodesset, facto voto fratri Jacobo nocte sequenti per visionem audivit eum diceutem sibi:”Noli amplius esse sollicitus de quartana, quia ecce liberaberis ex hac hora”. Mane autem facto surrexit homo de stratu suo et nec typum quidem deinceps febris pertulit memoratae.

(3) Civis quidam Troianus morbo cancri graviter molestatus in tibia, cum se dicto fratri suppliciter devovisset, sanitatem integram consecutus devotus obtulit, quod promisit.

(f. 118r) (4) Vir quidam habitator Fogiae, Matthaeus nomine, cum morbo similiter valde gravi pateretur in crure nec aliquatenus curaretur, cum multa in medicis expendisset, vovit se fratri Jacobo memorato et statim ipsius meritis sanitatem diu perditam reaccepit.

 

Leggendario francescano di Fr. Benedetto Mazzara, 1722

Memorie del Beato Fra Giacomo d’Assisi

4-gen-2021 15.21Il convento di San Francesco in un disegno del XVII custodito presso l’Archivio di Stato di Foggia.

Il Venerabile Servo di Dio Fra Giacomo d’Assisi fu de’ primi, che ricevette all’Ordine l’istesso Beato Padre San Francesco, dal quale con straordinari prieghi l’impetrò nel 1210, avendo veduto accettare il Beato Fra Stefano, ed il Beato Fra Lunardo d’Assisi. Vestito il sagro abito determinò far ogni sforzo possibile per arrivar alla perfezione, camminare nella medesima via, per cui andava il suo Santo Istitutore, e Maestro, e seguire le di lui orme, come appunto eseguì, con che venne a guadagnar un gran cumulo di meriti, ed a sormontare l’altezza della santità in grado non mediocre. Passò al Signore l’anno 1230, in Foggia nella Puglia, dove al presente si conservano le sue Reliquie, ed operano grandi, e frequenti miracoli, secondo riferisce il Gonzaga. Qui brevemente ne diremo cinque rapportati de’ nostri Annali. Trovandosi un certo Frate per nome Roberto aver perduta la vista, e ridotto per infermità grave in agonia di morte nel Convento maggiore di Napoli, li apparve il Beato Fra Giacomno assieme col Padre S. Francesco, e sant’Antonio, ed il Beato Agostino d’Assisi, e lo liberarono dalla morte restituendogli assieme colla sanità anco la vita. Sanò miracolosamente una donna da una fistola, che invocandolo gli s’era avvotata. Un uomo di Foggia chiamato Filippo, che per lungo tempo aveva avuto la quartana, desperando di racquistar la sanità per via di medicine, fece voto a questo Servo di Dio, il quale gli apparve la notte, e gli disse, che nel giorno seguente saria liberato, conforme appunto avvenne. Un cittadino di Troia città di Puglia avendo una fastidiosissima cancrena nella gamba, che sempre più s’inoltrava, fatto voto di andar a visitar il deposito di questo Santo fu libero. Matteo di Foggia aggravato di dolori gravissimi alle cosce, fatto ch’ebbe voto al Beato Fra Giacomo restò incontanente sano. Giornalmente altri miracoli si scrive che operi, come si legge nelle Cron. 2.p,l. 9. C. 24 e Vading. Annal. 1219 n.38, c.39.

                                                                                                  Tommaso Palermo

Pubblicato il: 4 Gen 2021

Fonti:

Celano, Vita Prima, n.100, AF X, 96; Vita Secunda, n.217a, AF X; Tractatus de Miraculis, n.116, AF X, 312.

San Bonaventura da Bagnoregio, Leggenda Maggiore, AF X, 642.

Tommaso da Pavia, Dialogus de gestis sanctorum fratrum minorum, ed. F. Delorme (Quaracchi, 1923), 235-236.

Bernardo da Bessa, Liver de laudibus beati Francisci, AF III, 668.

Bartolomeo da Pisa, De conformitate, AF IV, 1906, 295, 531; Chronica XXIV Generalium, AF III, 498.

Mariano da Firenze, Compendium, AFH1 (1908), 105.

F. Gonzaga, De origine seraphicae religionis (Roma, 1587), 429.

Wadding, Annales minorum I (ed. Quaracchi, 1931).

Martyrologium Franciscanum, ed. I, Beschin & J. Palazzolo (Roma, 1938), 229.

Bibliotheca Sanctorum VI, 348.

E. Menestò, Egidio e i compagni di Assisi, in: I compagni di Francesco e la prima generazione minoritica, Atti del XIX Convegno internazionale di Assisi, ottobre 1991 (Spoleto, 1992), 17-18, 40-41.

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