Il Gas illuminante

IL GAS ILLUMINANTE

 di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia 

Spiazzale Officine AMGAS

Piazzale delle officine

L’illuminazione delle strade della città di Foggia sarà presa in debita considerazione durante il mandato di sindaco di Lorenzo Scillitani (1861/62 poi 1866/67). Alcune fonti fanno risalire la cosa al 1867, anno in cui altre parlano della presenza a Foggia di una Officina gas, ma le due cose non sembrano avere attinenza: i lampioni dell’epoca erano alimentati ad olio combustibile, e dell’Officina Gas di Foggia se ne ha più precisa e documentata certezza.

Infatti, con tre successivi atti, tra il 1891 e il 1897, il Comune concede alla Soc. AUGSBURG l’esercizio delle officine del gas.

Planimetria AMGAS

Planimetria del primo ampliamento – 1931

Concessione alla mano, la società austriaca installa gli impianti in zona Piano delle Fosse, appena fuori il centro abitato, nell’attuale Via Castiglione. Una posizione strategica perché si trova ad una quota più bassa dell’abitato che favorisce la distribuzione nella rete data la tendenza del gas a risalire verso l’alto, inoltre, la vicinanza della linea ferroviaria che consente di diramare un binario che arriva fino all’interno della fabbrica.

Il compendio comprende oltre il gasometro, i forni di distillazione, le pompe, magazzini, tettoie ed uffici.

Furono gli eventi bellici della 1^ Guerra Mondiale (contro l’Austria) che accelerarono le procedure di dichiarazione di decadenza della Augsburg – Settembre 1917 – e la presa in possesso degli impianti da parte dell’amministrazione pubblica, cosa che si definì solo nel 1930 dopo che il Comune riscattò l’impianto con un versamento di 600.000 lire in favore dello dallo Stato che con apposito decreto del

1921 aveva incamerato il bene in quanto appartenente a sudditi dell’Austria.

Subito dopo fu scelta la via della gestione diretta dell’impianto municipalizzando così il servizio del gas.

Gruppo Dipendenti AMGAS

Personale dell’Officina Gas – 1939

Il gas illuminante, poi utilizzato anche per usi domestici ed industriali, veniva prodotto dalla distillazione in appositi forni del carbon fossile, il litantrace, materia prima che veniva acquistata all’estero ed arrivata ai porti di Barletta e Manfredonia proseguiva via ferrovia per Foggia e fino all’interno dell’officina, cosa che consentiva una forte economia di spesa, altre economie si realizzavano con i  sottoprodotti della lavorazione, durante le fasi di filtraggio del gas: catrame, ammoniaca, solfuro di ferro e carbon coke, quest’ultimo in parte utilizzato per gli stessi forni dell’officina, in parte messo in vendita.

Ragazzo

Salerni Luigi, nella foto pubblicata dall’Azienda Municipalizzata

Salerni Luigi

Foto originale senza ritagli conservata dal sig. Luigi Salerni

Un’azienda complessa, un lavoro non facile e duro per tanti spetti, perfino pericoloso per la presenza di ossido di carbonio che richiedeva presenze di personale qualificato e specifico, da chi dirigeva, esperto in chimica, a tutte le maestranze fra cui figure particolari erano i “fuochisti” dotati di lunghe pale concave per introdurre il carbone nei forni, agli “scavatori” che intervenivano in caso di fughe di gas, mentre le operazioni di scarico e trasporto della materia prima erano affidate a ditte appaltatrici,  le nostre tipiche “carovane” di trasporto, fra i cui addetti spesso si incontravano operai molto giovani, uno di questi Salerni Luigi, oggi sessantacinquenne, divenne “fotomodello” per caso durante una ripresa fotografica degli impianti e dei lavoratori addetti.

Caldaie AMGAS

Fase di lavorazione, estrazione del coke.

CURIOSITA’

Legata al gas illuminante è la figura del lampiunàre (i primi fanali a gas dovevano essere accesi manualmente), l’uomo che, all’imbrunire, con una lunga asta passa ad accendere i lampioni per le vie della città: “Aspettavamo l’uomo che passava con la striscia” si trova scritto in vecchie testimonianze riportate in pubblicazioni locali, così i bambini potevano prolungare i loro giochi in strada, mentre qualcuno, pare approfittasse di quella luce anche per studiare in strada.

Su consiglio dei medici dell’epoca, le mamme portavano i loro bambini nell’officina per far loro respirare quell’aria densa di particolari vapori ritenuti utili a curare le malattie respiratorie. Per lo stesso motivo si portavano i bambini nelle prossimità di gallerei deve transitavano treni.

Ormai da tempo la nostra municipalizzata del gas, erede dell’antica Officina, ha perso la caratteristica industriale (trasformazione-produzione) limitandosi all’acquisto del DPL (distillati petroliferi leggeri) prima e del metano dopo e al suo vettoriamento, ma in passato con  ferrovia e Cartiera costituiva il polo industriale di Foggia, cosa spesso non riconosciuta o sottovalutata.

 

Fonti: “La storia del gas nella vita di Foggia” – Stampa Leone editrice Foggia – 1990

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