LA CARTIERA DI FOGGIA NEI RICORDI DI PAOLO

 

LA CARTIERA DI FOGGIA NEI RICORDI DI PAOLO

Entrambi pensionati, io e Paolo, ma sicuramente lui, con tanti anni più di me sulle spalle. Ritrovarsi è come ritornare a quei tempi, sul posto di lavoro condiviso per anni: la Cartiera di Foggia.

Paolo Dubbioso, grande lavoratore, bravo tecnico, una guida e un maestro per i nuovi assunti a cui si dedicava nel trasmettere il mestiere limitandosi a dire: “Sono entrato in Cartiera con i pantaloncini corti, ero un quattordicenne”.

Di lavoro da apprendere non ce n’è più neanche per me, ma di cose da sapere sulla nostra Cartiera e i suoi operai si, e questa è l’occasione per chiedere a Paolo di raccontarsi e raccontare, come ha sempre saputo fare nella nostra carriera lavorativa trascorsa insieme.

Gruppo di operai delle officine elettriche dell’I.P.Z.S di Foggia.

La Cartiera di Foggia nata come IN.CE.DIT. (Industria Cellulosa D’Italia) aveva lo scopo principale di trasformare i grandi quantitativi di paglia, residuata alla raccolta del grano nel Tavoliere, in cellulosa per poi produrre la carta.

Alla prima nascita segue la rinascita iniziata nell’immediato secondo dopoguerra a causa dei bombardamenti aerei che compromisero gran parte dello stabilimento.

Era il periodo quello, ricorda Paolo, che con l’insediamento delle truppe alleate sul nostro territorio anche parte della Cartiera venne requisita e trasformata in alloggi per militari, i quali nelle ore di relax non disdegnavano di utilizzare le due vasche che ornano l’ingresso principale come piscine per bagni e tuffi rilassanti, mentre in qualche spazio più aperto praticavano il baseball, il tutto sotto i nostri occhi che eravamo assolti nel nostro compito lavorativo.

L’impianto dove si produceva la cellulosa dalla paglia venne trasformato in un grosso panificio dal quale veniva smistato, tutte le mattine, il pane fresco per buona parte delle truppe di stanza nel circondario.

Quando andavamo nel “parco paglia” (circa 100 ettari usati per lo stoccaggio di paglia) per riparare i grossi nastri trasportatori usati per accatastare le balle di paglia a formare le “mete”, tornavamo a casa con le gambe piene di tante vesciche che con il passare dei giorni diventavano purulenti lasciandoci credere ad un’allergia. Solo oggi, dopo alcune notizie divulgate sulla fabbrica d’iprite [perciò i bombardamenti], riusciamo a fare dei collegamenti con quanto ci accadeva.

Nastro trasportatore per balle di paglia.

Altro aspetto importante che emerge dai ricordi di Paolo è la bravura e le capacità dei nostri operai e tecnici (molti provenienti dall’Ist. Tec. Ind. Saverio Altamura) che rendevano autosufficiente la Cartiera nei vari aspetti produttivi e manutentivi: falegnameria, rep. Edile, off. meccanica, idrica, elettrica, dalla progettazione alla realizzazione.

Operai dell’I.P.Z.S. di Foggia nelle officine di riparazioni elettriche.

A questo si univa la dedizione al lavoro di uomini e donne (circa 3.000 all’inizio) che di lì traevano sostentamento per le loro famiglie in una città di modesto terziario, terrazzani-braccianti e ceto impiegatizio.

Cartiera, Ferrovie, Officine del Gas il primo polo industriale di Foggia, “Le Grandi Officine” così definite in gergo popolare, rinomate per la loro importanza e impiego di maestranze che vi trovarono lavoro e benessere, selezionate dalle migliori scuole locali.

A tal proposito non mancavano lavori artistici che vennero donati alle pubbliche amministrazioni, ed oggi a testimonianza della bravura di questi operai troviamo il famoso “Daino” che campeggia nella piazzetta di Siponto. Questo bronzo venne fuso nelle officine della Cartiera di Foggia, quattro esemplari in tutto: due vennero posti al centro delle due vasche ornamentali all’ingresso principale della stessa Cartiera, uno al centro della famosa piazzetta di Siponto e un altro nell’atrio del Palazzetto dell’Arte in Villa Comunale. Quest’ultimo successivamente spostato presso il Museo Civico di Foggia, dove è presente ancora oggi.

La sua realizzazione venne affidata, nel 1955, al responsabile tecnico del settore meccanico sig. Ciriaco Gerardi. Questi dopo aver realizzato lo stampo della scultura in più sezioni, lo affidò ai sig.ri Maggio Giuseppe e Schingo Andrea del reparto Fonderia che eseguirono la fusione dei vari pezzi e successivamente, con cura e maestria, assemblarono il tutto rendendolo un corpo solo.

Una delle due sculture presenti nel I.P.Z.S. di Foggia, Un tempo le sculture si presentavano al centro delle vasche piene di acqua. Oggi, le due vasche sono state riempite di terra e adibite a giardini , lasciando invariato la posizione delle sculture.

 

Da noi vigeva il motto, ricorda ancora Paolo e un vecchio cartello che ancora oggi è sospeso ad un quadro di comandi elettrici: “Il possibile lo facciamo sempre. L’impossibile molto spesso.  Per i miracoli ci stiamo attrezzando”. E invece, scavando fra i giornali dell’epoca, qualche “miracolo” l’hanno fatto.

 

Il giornale locale “Avanti Daunia!” nell’edizione dell’11 agosto 1945 titola così un articoletto: “Un trasformatore da 1.000 KW recuperato in Cartiera” – La tenacia e la volontà degli operai tecnici foggiani, ha tirato fuori da cumuli di macerie provocati dai bombardamenti aerei del 43, una macchina elettrica.

Operai dell’I.P.Z.S. in posa vicino un indotto di macchina elettrica rotante.

L’articolo prosegue parlando di operai che spronati dall’amor proprio, senza mezzi e in contrasto con le direttive della Direzione Centrale di Roma riescono a riparare e mettere in funzione uno dei tre trasformatori elettrici per la ripresa del lavoro post-bellico.

Concludendo posso dire che: “Orgoglioso di aver camminato una parte della mia vita accanto a uomini di grande spessore umano e lavorativo, ma altrettanto amareggiato di aver vissuto anche parte di quel declino produttivo che ha cancellato, o meglio ha dislogato altrove, gran parte delle eccellenze foggiane.

Operai e impiegati del Reparto Manutenzioni Elettriche dell’I.P.Z.S. di Foggia. Paolo Dubbioso il primo sulla sinistra dopo la signora.

Gruppo di Operai del Settore Manutenzione dell’I.P.Z.S. di Foggia

A cura di Romeo Brescia

Pubblicato il: 2 Lug 2020

 

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