La Casa del contadino

LA CASA DEL CONTADINO

 di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Più conosciuta come “U’ palàzze ‘i cuntadìne”, attuale sede della Camera del Lavoro Territoriale CGIL di Foggia, quasi al centro dell’ex Piano delle Fosse, in esso affonda le sue strutture portanti, il colore sbiadito ma troppo rosso per essere quello originale.

Offesa dal tempo, dai bombardamenti, trascurata dall’uomo è idealmente oggi il punto d’unione di epoche e storie differenti il cui spartiacque è la fine del Ventennio fascista che l’ha voluta e costruita, ma è anche un segno di continuità fra i lavoratori di prima con quelli successivi e fino ad oggi.

Camera del Lavoro di Foggia, 1963

Camera del Lavoro di Foggia, 1963

Troppo distante dalla comune concezione dell’epoca accettare un nome come quello imposto: “Casa”, quanto mai un contadino si sarebbe potuto permettere un casa così grande!? Quindi diventa “palazzo”.

E poi, a quale “contadino” era destinata: proprietario, piccolo proprietario, fittuario, mezzadro, alle dipendenze come “mesarulo” o bracciante!?

In effetti era una struttura destinata ai braccianti dell’epoca [ 1 ], uomini senza terra che alle dipendenze, e stagionalmente, lavoravano quella degli altri.

Una struttura così importante che ancora oggi è conosciuta con la denominazione di “U’ palazzi ‘i cuntadìne” e resta ancora un riferimento toponomastico cittadino, ma per capirne la portata storica e sociale bisogna fare qualche passo indietro nel tempo.

La Camera del Lavoro nasce a Foggia il 26 ottobre 1902, la sue prima sede è in vasti locali a piano terra in Via Pescheria.

Alla sua costituzione si arriva dopo una lunga opera di convincimento nei confronti degli organismi già esistenti caratterizzati da un forte senso di autonomia: Lega dei contadini, Lega dei mugniai, pastai e affini, Sindacato operai ferrovieri, Riscatto ferroviario, Lega spazzini e affini, ecc.

Se nel tempo la C. d. L. di Foggia cambierà sede non è dato sapere, certo è che fra la prima (alle spalle di Porta Grande) e l’attuale corre poca distanza.

Con l’avvento del fascismo, corporativismo e  Corporazioni “manderanno in soffitta” quel tipo di strutture sindacali e non solo.

Da “Architettura a Foggia in epoca fascista” di Isabella Di Cicco – 2003

 La Camera del Lavoro di Foggia

(Casa del contadino)

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Bozza del prospetto pubblicata dal giornale “Il Tavoliere”  il 13 novembre 1938. Sulla torre si legge  “La vera fonte la vera origine di tutte le attività umane è la terra”

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 La posa della prima pietra di quella che allora era la Casa del Contadino avvenne il 13 novembre 1938, alla presenza dell’onorevole Franco Angelici, presidente della Confederazione fascista dei lavoratori dell’agricoltura. Accompagnato dal segretario federale e dall’autorità locali, Angelici tenne prima un comizio al Teatro “Umberto Giordano”, poi si recò al Piano delle Fosse per assolvere al cerimoniale.

         Il progetto di costruzione prevedeva, oltre agli uffici, un ambulatorio medico, servizi igienico-sanitari, dormitori e refettori dotati di cucine per i lavoratori che avrebbero sostato a Foggia, soprattutto nel periodo della mietitura: I lavori di esecuzione si conclusero nell’arco di un anno.

         Il primo dicembre 1940 lo stabile fu inaugurato dal consigliere nazionale Vincenzo Lai, presidente confederale dei lavoratori dell’agricoltura e membro del Gran Consiglio del fascismo. La cerimonia fu preceduta da altre manifestazioni, compresa una sfilata su Corso Vittorio Emanuele delle forze rurali provenienti da tutta la provincia. Al termine della sfilata, presso il cinema “Flagella”, vi fu il rapporto del presidente confederale e successivamente la visita delle autorità alla neonata struttura.

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         Presso la Casa del contadino erano ubicati la sede dell’Unione, della Cassa Mutua di malattia per i lavoratori agricoli (comprendente un attrezzato ambulatorio), l’Ufficio di zona e l’Ufficio di collocamento.

Durante la guerra l’edificio fu requisito ed adibito ad alloggio delle truppe tedesche. Subì gravi danni in seguito ai bombardamenti, con il crollo di un’intera ala

del palazzo. La struttura attuale – dopo la Liberazione assegnata alla CGIL – ospita la Camera del Lavoro Territoriale.

 La retorica giornalistica dell’epoca, tesa ad esaltare il regime e la sua politica economica autarchica su cui fa tanto affidamento, punta molto sull’agricoltura, si esalta parlando degli 80.000 rurali di Capitanata e dell’ammassamento di questi lavoratori in Piazza Oberdan a Foggia in occasione della posa della prima pietra della Casa del Contadino.

Queste “case” poi, spuntano come funghi in quel periodo: Trinitapoli, Torremaggiore, Cerignola col nome di “Casa del Mietitore”, tant’è che si pensa di costituire un apposito Ente, appunto l’Ente del Mietitore in parallelo all’Ente delle Mondine già esistente.

Va peraltro evidenziato che per effetto della “sbracciantizzazione” avvenuta già da anni nel nostro Paese, il ricorso a braccianti di colore e neocomunitari ha riproposto vecchi problemi: ospitalità, alloggio, servizi, garanzie sul lavoro a cui si cerca di dare risposte con strutture come “L’albergo diffuso” in località Torre Guiducci a 8 km da Foggia, con tendopoli stagionali attrezzate, sportelli informativi, ecc. per combattere situazioni di disagio come quella del “Ghetto di Rignano” e piaghe come quella del caporalato.

Si precisa che l’ingresso principale della struttura era originariamente su Piazza della Croce, la piazzetta su cui affaccia anche la chiesa di S. Giovanni Battista. Trattasi della parte colpita e distrutta dai bombardamenti dell’estate del ’43. Ed è proprio un file fotografico pervenuto dagli U.S.A. che riesce a darcene un’idea, ancora con le due statue laterali: una di esse, “Il seminatore” attualmente collocata nel Campo fiera.

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[ 1 ] Le operazioni di mietitura del grano richiamavano nel Tavoliere ed a Foggia miglia di braccianti provenienti dal Subappennino, dalle zone a sud bagnate dal mare (i marinesi), da regioni limitrofe come il Molise, sembra anche da alcune zone delle Marche.

Alcune foto sono tratte dal giornale “Il Tavoliere” del 13 novembre 1938 . Fonte: www.internetculturele.it

Statue del seminatore

Le due statue oggi, collocate nei giardini dell’Ente Autonomo Fiere di Foggia

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