” Nervi calmi – Sogni Belli”

“NERVI CALMI – SOGNI BELLI”

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Così nei Carosello degli anni ’60 veniva pubblicizzato un prodotto delle industrie Bonomelli: la camomilla.

A tal proposito possiamo dire, e vantarci, che se la “cura” ha fatto effetto molto è dovuto al contributo del nostro territorio e della nostra gente, quella di Foggia e della Capitanata.

Ma la storia parte da lontano e da tempi ormai trascorsi.

Il precursore di tutto è l’intraprendente Luigi Amodeo Bonomelli, erborista, che appena ventenne, nel 1908, dà l’avvio alla produzione di liquori e sciroppi nei laboratori di Viale Piceno a Milano. Appena tre anni dopo, nel 1911, arriva il primo di una lunga serie di riconoscimenti: la medaglia d’oro della Real Casa con il marchio “Temperantia” per la produzione di liquori ed analcolici.

Bonomelli, a cui viene riconosciuto il titolo di “padre fondatore della camomilla in Italia”, nei suoi laboratori, oltre a questa particolare erba officinale, tratterà tutte le altre da cui ricavare medicine e medicamenti che all’epoca erano utilizzati.

Persona molto legata al territorio e alle sue maestranze, approvvigionò con i sui prodotti le truppe combattenti della Prima e Seconda guerra mondiale.

E proprio a seguito dei bombardamenti di Milano dell’agosto 1943 che colpirono anche i suoi stabilimenti, trasferì la sua attività produttiva a Gonzago nella Brianza lecchese, dove coprì anche la carica di Sindaco, molto amato e stimato, dal 1946 al 1962.

Portale d’ingresso alla Caserma di Cavalleria.(Foggia Imperiale di Benedetto Biagi – 1933)

Ma già da qualche anno il suo sguardo imprenditoriale era rivolto verso nuovi lidi e nuove mete, e non fu per caso  che il 1940 segnò un’ulteriore fase espansiva delle sue attività portando a Foggia il Centro studio sperimentale per la coltivazione e l’essiccazione della camomilla, che ebbe la sua sede principale in quello che un tempo era conosciuto come “Rione delle Quattro Corsee” nella parte dell’estremo Nord del Piano delle Fosse, precisamente all’interno dei locali dell’antica “Caserma di cavalleria” conosciuta anche come “La casa del comandante”.

Cosa aveva trovato a Foggia il Bonomelli?

Abbondanza di prodotto spontaneo per quanto riguarda la camomilla, ma anche di altre svariate specie di erbe spontanee officinali.

Manodopera per la raccolta già super-specializzata: i nostri “terrazzani” da secoli raccoglitori nomadi di erbe spontanee, conoscitori delle stesse, dei luoghi di massima produzione e dei periodi di raccolta.

Caserma di Cavalleria. (Foggia Imperiale di Benedetto Biagi – 1933)

(Foggia Imperiale di Benedetto Biagi – 1933)

Quello che resta oggi dell’antica Caserma di Cavalleria sono alcuni archi dell’ingresso principale.

 

Ottima manodopera femminile, soprattutto “terrazzane”, per le successive operazioni di distacco dei capolini, pulitura e cernita.

Sole, ampi locali e spazi per l’essiccazione del prodotto su appositi telai.

Quindi altri locali, limitrofi ai primi, che si estendevano fino al ponte della ferrovia, ed altri ancora nelle vicinanze del polo ferroviario stesso per le ultime operazioni e lo stoccaggio in attesa della spedizione del prodotto.

Una testimonianza in proposito ce la fornisce la gentile signora Rosa Di Chio, attualmente vive a Milano,  che facendo ponte sulla sorella Rosa racconta: “Ricordo che avevo all’incirca 15 anni quando lavorai alla fabbrica della camomilla,  si trovava al Piano delle Fosse prima di arrivare al mulino Fredella. Il nostro lavoro consisteva nella cernita  e  scelta dei capolini che successivamente venivano messi ad essiccare al sole”.

Donne impegnate nella cernita e scelta dei capolini di camomilla, tra loro la sig. Rosa Di Chio.

In epoca successiva fu acquistato  un terreno alle spalle del Distretto militare , attuale Via Nardella , nella zona conosciuta come  “Urte Fiurìlle”,  ed è qui che i tre figli del fondatore formano una società del tutto foggiana, la FEAM srl (Foggia Erbe Aromatiche Medicinali).

“A machenètte”, attrezzo per la raccolta di camomilla.

Fino ad una certa epoca la raccolta del prodotto è stata fatta a mano, i nostri terrazzani-raccoglitori erano dotati di un apposito attrezzo: “a machenètte”, che nulla aveva di meccanico se non fosse stato per l’abilità dei terrazzani che quasi piegati in due, il viso a sfiorare gli steli di camomilla, la muovevano a forza di braccia in un senso rotatorio di andata e ritorno, quasi a formare un “8”.

Da Foggia le mire e gli interessi dei Bonomelli approdarono in altre regioni confinanti come l’avellinese dove trovarono altra manovalanza che già utilizzava per la raccolta un attrezzo differente da quello dei nostri terrazzani, una specie di rastrello roteante che tagliava i capolini al momento del passaggio sul campo. Anche su questo, ci è stato raccontato da fonte sicura,  i Bonomelli vollero approfondire e raffrontare, tanto che fu indetta una prova-gara fra raccoglitori terrazzani di Foggia ed avellinesi, ognuno con il proprio attrezzo. Il risultato migliore lo diede “la macchinetta” dei terrazzani che lasciarono ben dietro i raccoglitori avellinesi.

Oggi, ma già da diversi anni lo stabilimento della Bonomelli si trova su Via Manfredonia al km 5, nei pressi del bivio per San Marco in Lamis, località Torre Guiducci, un ingresso quasi nascosto, discreto: uffici, laboratori, capannoni, essiccatori.

L’attività è limitata a quella della camomilla, dalla semina alla raccolta fino all’essicazione in appositi forni che poi viene avviata in altri stabilimenti per le ulteriori fasi di lavorazione.

Camomilla spontanea se ne trova ormai pochissima, così l’industria foggiana stabilisce apposite convenzioni con agricoltori del territorio che si impegnano a coltivarla nei propri appezzamenti sotto la direzione e la sorveglianza della Bonomelli; circa 110 ettari ogni anno vengono a ciò impiegati,

Sig. Luigi Moffa

Anche la raccolta non è più manuale come ci ha dimostrato il Sig. Luigi Moffa, dipendente della Bonomelli da oltre trenta anni, raccoglitore esperto da più generazioni e di estrazione terrazzana, ora la camomilla viene “mietuta” con appositi macchinari simili alle grosse mietitrici per il grano.

A noi restano i ricordi della raccolta familiare di una volta, per i campi aperti con la mamma o la nonna, il periodo maggio-giugno, poi si confezionavano dei mazzetti con la camomilla raccolta a cui si aggiungeva a volte la malva per poi metterli ad essiccare in un posto caldo ma ombreggiato.

Il decotto che se ne ricavava serviva a tutti, grandi e piccini, uomini e donne: mal di testa, mal di stomaco, mal di pancia, digestivo, lassativo, rinfrescante, lenitivo.

Molte cose sono cambiate nel tempo, resta ancora però l’odore di camomilla tenue, permanente, dolciastro che si avverte nelle prossimità della fabbrica, le distese giallo-oro dei campi coltivati.

Foggia: un primato

La camomilla e i suoi derivati (prodotto intero, setacciato, oli essenziali, estratti, polveri e sottoprodotti) è utilizzata nel campo alimentare, salutistico, della cosmesi, dei dispositivi medici per cui l’Italia ricorre all’importazione di grandi quantitativi.

Infatti, nonostante la coltivazione della camomilla in pieno campo, e con le nuove tecniche,  assicuri buoni margini di guadagno, in tutta Italia sono solo 180 gli ettari destinati a questo tipo di coltivazione; di questi, come già detto, oltre il 61% ricadono in agro di Foggia.

Moderne macchine per la raccolta della camomilla.

 

 

 

 

 

 

 

 

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