Storie e storia di provincia

Storie e storia di Provincia

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Quella Provincia (la nostra) a volte anche poco conosciuta: territorio, genti, usi e costumi, su cui un paio di vecchie fotografie, una cartolina, aprono qualche spiraglio.

Già una fotografia è un “oggetto” parlante, fonte di notizie, di per sé, a cui fantasia e immaginazione possono aggiungere ulteriori elementi, ma se la foto in calce o sul verso porta una data, il nome di una località, quanto meno i fatti che racconta si riescono a contestualizzare nel tempo e nello spazio.

Storia n. 1

Fra i nostri Monti Dauni, in una propaggine di un paesino che da sempre fa contare il minor numero di abitanti, nella foto, un pastore e una sola capra. La fotografia risale al 1907 ed è l’emblema di una situazione sociale ed economica diffusa.

Una strada sterrata, il clima è rigido come ci fanno capire gli indumenti indossati dal  giovane pastore, un ragazzone,  che s’incammina verso il paesino probabilmente per vendere strada per strada, casa per casa il latte della propria capra da mungere a richiesta.

Se questo ci riporta anche alla nostra vecchia Foggia: i Caprari e Borgo Caprari, ci fa capire anche cosa muove a quell’epoca, a cavallo 1800/1900, la gente dello stesso posto ad emigrare.

E proprio accanto alla foto del pastore un’altra che ritrae una coppia in abbigliamento elegante, lei, la cugina Maria,  il viso cerchiato, è partita dallo stesso paesino del pastore e nella stessa epoca per emigrare in .“Trenta giorni di nave a vapore”, così i versi di una vecchia canzone che parlava di emigranti che attraversavano l’oceano.

Ma, nonostante la distanza, le radici, i ricordi e gli affetti restano al paese come la bella lettera allegata alla foto ci fa capire.

Storia n. 2

Un messaggio legato alla zampetta e il colombo viaggiatore partiva per portarlo a destinazione.

I messaggi potevano essere di varia natura, anche messaggi di pace, ed è proprio questo che “La colomba” di Picasso vuole rappresentare in questa cartolina realizzata in occasione del Congresso Mondiale dei Partigiani della Pace tenutosi a Parigi dal 20 al 24 aprile 1949.

Siamo nell’immediato dopoguerra, e mentre a Parigi si parla di pace riconquistata e da difendere, “La colomba della pace”, sotto forma di cartolina, attraversa le sbarre del carcere di Lucera per portare “fraterni saluti” a chi, in quel momento, è stato privato della libertà.

E’ Giuseppe Papa* che si trova in carcere a seguito di uno scontro tra lavoratori e forze dell’ordine in coda ad uno sciopero, che durava da diversi giorni, di braccianti agricoli per il conseguimento del primo contratto di lavoro nazionale.

Feriti da una parte e dall’altra, oltre 120 arrestati tra cui il Papa condannato a quattro anni di reclusione di cui ne sconterà 14 mesi fra il carcere si San Severo e quello di Lucera.

 

 

*Giuseppe Papa (Peppino)  Motta Montecorvino 1920 – Lucera 2010 Pastore e bracciante Dirigente sindacale e politico Sindaco di Lucera Consigliere regionale

 

 

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