Aldo Pedretti

ALDO PEDRETTI

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Aldo Beniamino Pedretti, primo di tre figli, foggiano per parte di madre ed in seguito foggiano di adozione nasce a Rocca di Neto (Crotone), un paesino oggi di 5-6mila abitanti, il 19 giugno 1922.

Frequenta studi umanistici e si arruola volontario nella Seconda guerra mondiale, pilota nel 163° Stormo aereo siluranti dell’aeronautica militare col grado di Sergente maggiore. Abbattuto in attività di volo due volte, riporta gravi ferite al costato e al ginocchio.

L’8 settembre lo trova di stanza a Ciampino, di lì si da alla macchia nella zona del Garigliano tra Campania e Lazio dove costituisce la formazione autonoma “Banda Colle Ventosa” che opera nei territori dei Comuni di Castelforte, Santi Cosma e Damiano e Minturno. Con il nome di battaglia di Eddo Temporetti partecipa alla Guerra di Liberazione fino alla battaglia di Cassino del 1944.

Rientrato a Rocca nel 1945, fino al 1948 partecipa ad un grosso movimento collettivo per la conquista della terra e si impegna a fondo nella campagna del Referendum Istituzionale, ma ricercato per l’occupazione delle terre lascia il suo paese trovando rifugio a Foggia presso la famiglia della madre.

Prima pubblicista poi assunto al Comune di Foggia riprende il suo impegno politico, sindacale e civile. Già il 27 marzo 1948, su un giornale locale, “Rigenerazione Italica”, viene pubblicato un suo breve ma significativo scritto “Invocazione di un reduce” dove evidenzia le conseguenze de “il peso schiacciante della nostra tremenda sconfitta …” a cui subito contrappone come antidoto “… ma il nostro tricolore non si ammaina, la fede di italianità è incrollabile, si fortifica sempre più facendo appello ai tanti martiri di tante battaglie”.

Scrive per molte testate giornalistiche (Avanti!, La Giustizia e Patria organo d’informazione dell’ANPI) e in difesa dei diritti fino ad essere sospeso dall’impiego al Comune tra il 1959 e il 1961, quando verrà reintegrato, per aver pubblicato un articolo contro l’utilizzo delle orfanelle negli accompagnamenti funebri.

Segretario della CGIL-Enti Locali e poi da pensionato attivo nello SPI-CGIL si adopera per la creazione di una sede distaccata del sindacato pensionati al Rione S. Pio X.
Socialista, vicino ad Anna Matera, memorabili i suoi comizi nella piazze dei paesi della Provincia diventa Segretario della Sezione Matteotti al CEP che ha voluto fortemente.

E’ il primo in ordine di tempo e sicuramente unico per impegno, mole di notizie e conoscenza dovute al suo particolare interessamento a far emergere il prezzo pagato nella Resistenza in Capitanata e dai suoi figli, in particolare i giovani fratelli Biondi di Foggia pubblicando un apposito opuscolo, “L’olocausto dei fratelli Biondi” a cui fa seguito un secondo “La lunga vigilia della libertà”, impegnandosi per la posa della stele marmorea a ricordo dei due giovani foggiani nella Villa comunale.

Chi lo ha conosciuto lo ha visto sempre presente, col fazzoletto dell’ANPI al collo, in ogni ricorrenza civile. A lui si devono gran parte dei nomi incisi sulla targa marmorea presente sullo scalone della Sede della Provincia in Piazza XX Settembre inaugurata il 1° marzo 1980 in occasione della visita a Foggia del Presidente Sandro Pertini.

Grande impegno profonde per il riconoscimento dei partigiani italiani che hanno combattuto con Tito in Jugoslavia, inoltre, portatore di memoria, tiene appositi incontri con gli alunni delle scuole locali, e promuove col patrocinio di Provincia e Comune concorsi per gli studenti sul tema della Resistenza.

Per lungo tempo Presidente dell’ANPI Provinciale – Foggia, del suo attivismo parlano le cronache giornaliste locali dell’epoca. Sempre “sul pezzo”, come si usa dire, e con uno sguardo a 360 gradi s’impegna e impegna l’ANPI Provinciale in comunicati stampa, manifesti e articoli anche su questioni di ordine nazionale e internazionale.

Forte è l’impegno profuso nelle manifestazioni del 40° della Guerra di Liberazione con un programma di più giorni che coinvolge Foggia, Cerignola, S. Nicandro G., Vieste, Serracapriola, Ascoli Satriano.

E’ lui che tiene a Pal. Dogana la relazione in occasione del decennale della morte di Sandro Pertini.

Dai suoi appunti per i momenti congressuali dell’ANPI e per le altre occasioni in cui è invitato a partecipare emergono le parole d’ordine: pace, unità, rispetto per i valori fondanti della Costituzione, riconoscenza per chi ha dato il suo sangue per la libertà, ripudio della guerra.

Aldo Pedretti viene a mancare il 20 ottobre 2001 in Foggia.

 

FONTI:

  • Biografia redatta dal figlio Aldo Pedretti junior

  • Archivio Matteo Carella

 

 

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