Da una vecchia foto

DA UNA VECCHIA FOTO

Storia dei fratelli Francesco e Attilio Altamura

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Una foto della  Foggia vecchia, oggi Piazza Federico II, ma nel tempo Largo Pozzo Rotondo per la presenza di un pozzo, ma anche Largo Dogana per la presenza su un lato del palazzo della Dogana antica e ancora nella toponomastica orale U’ quàrte ‘u Capacchijòne per la presenza di un busto, opera dello scultore Achille D’Orsi, del pittore foggiano Saverio Altamura (Foggia 1822 – Napoli 1897), messo al posto del pozzo nel 1901 e spostato nel 1929 per far posto all’attuale fontana-pozzo in stile federiciano.

ph. Archivio personale Marco Scarpiello

La foto mostra ancora, alle spalle del busto, una targa marmorea a muro; insomma un luogo molto vissuto, di frequente passaggio e frequentazione.

Sono state sempre tante le domande che questa foto ha stimolato: dov’è finito il busto di Saverio Altamura? Dov’è finita la targa a muro? A chi era dedicata e perché quella targa? E l’antico palazzo?

Come se una spugna bagnata fosse stata passata su quel sito ricco di memorie e qualche altro in seguito abbia provveduto a ridisegnarlo.

Ebbene, proprio in questi giorni  l’amico Roberto Bettinelli, anche lui appassionato di storia locale, ha trovato una piccola traccia su un giornale d’epoca che è diventata il bandolo di una matassa tutta da dipanare.

Così seguendo il filo ed in ordine di tempo, veniamo a conoscenza che il palazzo con l’epigrafe marmorea era quello della famiglia Altamura. La famiglia acquistò gli appartamenti dai Lombardo di  Lucera, baroni di San Chirico, che ne furono proprietari già dalla fine del 1400. Una parte del palazzo è ancora oggi esistente,  il suo prospetto che affaccia su via Arpi ha balconi con una particolare basola a punta rivolta verso il basso, uguali ai balconi della parte abbattuta dopo il secondo conflitto bellico in quanto danneggiato dai bombardamenti aerei. La presenza abitativa della famiglia giustifica la deposizione in loco del busto del pittore foggiano poi trasferito nella Villa comunale (che fine ha fatto in seguito?).

Con l’abbattimento del palazzo viene asportata, sembra non distrutta, l’epigrafe marmorea come si evince dal giornale d’epoca in cui si richiede il riposizionamento.

Ma il vezzo locale è antico, e così come della targa in questione non se ne parlò più, il braccio del puttino del Monumento ai Caduti e il fiocco in bronzo di una delle sculture del Parco Giordaniano attendono ancora di essere riattaccati, la targa commemorativa, ricordo del centenario dell’Unità d’Italia, sul prospetto di uno scalone del Municipio, caduta e spezzata, non è stata più ripristinata e riposizionata. E ancora più sconcertante i furti dei bronzi di Giuseppe Rosati, Moisé Maldacea e Antonio Mendolicchio  in Villa Comunale.  

Vien da chiedersi, chissà quante altre memorie storiche si sono perse per incuria e disinteresse!

Ma tornando all’argomento in questione, quanto meno il bandolo della matassa ha permesso di riportare alla memoria collettiva un altro figlio benemerito di questa città: Francesco Altamura, nipote del pittore, a cui era dedicata quella targa.

Più precisamente, come da ricerche effettuate presso l’Archivio di Stato di Foggia – Sezione Stato Civile trattasi di Francesco Paolo, Alessandro, Salvatore, nato a Foggia il 17 agosto del 1869 da Antonio di anni 32, medico di Foggia e Rosa Zicari di anni 23 domiciliati nella strada Pescheria. La dichiarazione di nascita fu rilasciata dalla levatrice Rosa Giannini il giorno 20 dello stesso mese.

Francesco Altamura si laurea  a Napoli nel 1894. Entrato alla scuola  militare di Firenze il 14 ottobre dello stesso anno ne esce col grado di Sottotenente Medico il 7 luglio 1895.

Partecipa alla Guerra di Abissinia (Dic. 1895 – Ott. 1896) conosciuta anche come Prima guerra italo-etiopica,  partendo da Foggia nel gennaio del 1896 in forza al 5° Battaglione Fanteria perdendo la vita il 1° marzo 1896 nella battaglia di Abba Carima nella piana di Adua. Il suo corpo mai ritrovato giace li nelle vallate della regione di  Tigrè. 

Insignito postumo da S. M. presso il Ministero della Guerra l’ 11 marzo 1898 della medaglia d’argento al valor militare “perché prestava con ammirevole serenità le prime cure ai feriti sotto vivo fuoco nemico, finché lasciava la vita sul campo”.

Anche a Foggia il sindaco cav. Perrone, a nome di tutta la cittadinanza, il 17 luglio del 1898   consegnò  al padre, dott. Antonio Altamura,  la medaglia al valor militare durante  una commemorazione tenutasi presso il Teatro comunale a cui fece seguito   un corteo che sfilò fino a piazza Federico II  ove,  fu scoperta una epigrafe  posta sulla parete della casa  di famiglia del valoroso milite,  dettata  dall’egregio professore Umberto Buontempo. 

Il testo Dell’epigrafe:

Sulle arene infuocate di Etiopia

ora sacre all’Italia pel sangue dei figli

Patria Scienza Carità

Trassero baldo di giovinezza

FRANCESCO ALTAMURA

Sottotenente Medico

Caduto ad Abba Carima

Ne la immane strage

di feriti e morenti impavido consolatore

alla sua memoria

questo segno perenne di onore

decretava il Comune

XX  Agosto MDCCCLXIX  (1869)

I  Marzo  MDCCCXCVI   (1896)

 

E’appena il caso di ricordare che quella guerra costò all’Italia la perdita di 5.240 soldati, 254 ufficiali, 2 generali e 2.800 prigionieri.

Da ultimo si ritiene utile segnalare che presso il Museo Civico di Foggia è conservato un dipinto, olio su tela 72,5 x 112, facente parte della produzione a carattere sociale di Saverio Altamura dal titolo “La lettera d’Africa”, eseguito nel 1896, lo stesso anno della morte in battaglia del nipote Francesco.

Francesco Saverio Altamura ( 1822 – 1897) – “La lettera dall’Africa” ( 1896) – Pinacoteca del Museo Civico di Foggia

I due fratelli Altamura ricongiunti eroicamente nella morte

A venti anni dalla perdita del figlio Francesco Paolo, durante la Prima Guerra Mondiale, per la famiglia Altamura si ripete l’aspra e dolorosa vicenda luttuosa, questa volta con la perdita in battaglia dell’altro figlio Attilio.

 Dopo Vincenzo Della Rocca, Felice Figliolia, Michele Grilli, Calisto Azzariti, Andrea Campo ed tanti altri ancora, cadde colpito dal piombo Austriaco il Capitano Attilio Altamura, giovane di 39 anni, tra i migliori giovani avvocati del Foro di Foggia. Fu richiamato in servizio militare e partì con il Grado di Capitano di complemento nel 148°Reggimento Fanteria. 

Nato a Foggia il 23 febbraio 1887  muore sul Monte S. Michele( San Martino del Carso)   il 12 dicembre 1915, per ferite riportate in combattimento.

 

Ricordiamo di seguito i militi citati in precedenza.

 Della Rocca Vincenzo di Giuseppe, nato a Foggia il 7 dicembre 1869. Maggiore del 14° Reggimento Fanteria, morto il 26 ottobre 1915 sul Carso per ferite riportate in combattimento.

Figliolia Felice di Carlo, Nato a Foggia il 28 agosto 1885, Sergente del 131° Reggimento Fanteria , morto l’11 novembre 1915 sul Monte San Michele per ferite riportate in combattimento. Decorato di medaglia di Argento al Valor Militare

Grilli Michele di Giuseppe, nato a Foggia il 14 maggio 1891. Sottotenente del 139° Reggimento Fanteria, morto il 26 luglio 1915 sul Monte San Michele per ferite riportate in combattimento. Decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare,

Azzariti Calisto[1] di Giacomo e Stella Luigia, nato a Foggia il 15 settembre 1891. Chiamato alle armi il 2 giugno 1911. Sottotenente del 10°Reggimento Fanteria, morto il 24 ottobre 1915 sul Monte San Michele per ferite riportate durante il combattimento.  Decorato di medaglia di Argento al Valor Militare.

Campo Andrea di Antonio, nato  a Foggia l’ 1 luglio 1894. Sergente del 40° Reggimento Fanteria, morto il 17 luglio1915 a Cesena per malattia.

 

[1] Il nome “Azzariti Calisto” viene riportato nell’ Albo D’Oro della Banca Dati  del Ministero della Guerra, nei quotidiani dell’epoca e sul foglio matricolare depositato presso l’Archivio di Stato di Foggia.

Articoli recenti