La raccolta “di chelùmbre”

 

La raccolta “di chelùmbre”

 

Il fiorone o come viene chiamato da noi foggiani “u’ chelùmbre” è un tipico frutto del Italia meridionale, più grosso del classico fico, ha un ciclo vitale molto breve, compreso fra il 24 giugno (san Giovanni) e i primi giorni di luglio.

Un frutto tipico che in questi giorni di caldo torrido non può mancare, ben freddo, sulle tavole di noi foggiani.

Quasi tutti i possessori di campagne o spazi verdi hanno il loro albero di fico e proprio in questi giorni si dedicano alla raccolta che va compiuta con le dovute cautele e strumenti tipici.

Fiorone e uncino per la raccolta

L’addetto alla raccolta indossa abiti a maniche lunghe per non entrare in contatto con le foglie del fiorone, che procurano irritazioni cutanee e fastidioso prurito.

L’operatore così attrezzato, si colloca sotto l’albero e inizia a raccogliere i frutti utilizzando il cosiddetto “ngìne”, una sorta di uncino naturale ricavato da un ramo di ulivo, che permette di raggiungere i frutti più alti flettendo i rami verso il basso, così facendo si evitano scale e arrampicate pericolose. Un’altro attrezzo tipico è u’panarille, cesto in vimini dove sul suo fondo, prima di deporre il frutto molto delicato, viene rivestito con un letto di foglie.

I consigli su come servire in tavola questo frutto sono svariati e legati spesso alla tradizione del luogo di produzione. Le massaie foggiane usano servire questo dolcissimo frutto schiacciato su fette di pane casereccio come merende pomeridiane, oppure come antipasto accompagnato da fettine di prosciutto crudo e per finire, servito come frutta in una zuppiera con cubetti di ghiaccio.

Pubblicato da Romeo Brescia il 1 luglio 2022

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