Foggia, l’autarchia e la cellulosa

FOGGIA, L’AUTARCHIA E LA CELLULOSA

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

L’Italia, a fronte delle sanzioni deliberate dalla Società delle Nazioni (novembre 1935 / luglio 1936), ha un passivo di tre milioni di quintali di cellulosa.
Su proposta dell’ Onorevole Giuseppe Caradonna, Presidente dell’ente Nazionale per la Cellulosa e Carta, parte una campagna per la diffusione della piantumazione del pioppo, una pianta indispensabile per la produzione di cellulosa. Questa pianta di facile accrescimento è facilmente adattabile al terreno e al clima di Capitanata, come già dimostrato con gli alberi piantati lungo gli argini del Cervaro e presso la stazione ferroviaria di Troia e Giardinetto.
Contemporaneamente tutte le cartiere Italiane si attrezzano per sostituire la percentuale di cellulosa importata con quella ricavata da stracci e carta riciclata; il caolino è stato sostituito con il talco Italiano e tutti i macchinari per le lavorazioni sono di produzione nazionale.

Frase di Mussolini scritta sulla facciata di un edificio all’interno della Cartiera di Foggia – 1936

Grazie alle potenzialità del nostro Tavoliere, legate come in una catena con la produzione del grano ed i residui di paglia, nel 1934, alla periferia di Foggia sorge lo stabilimento IN.CE.DIT. (Industria Cellulosa d’Italia) nel quale viene applicato un processo di trasformazione per ricavare cellulosa dalla paglia di grano. Questo procedimento garantisce una produzione di settemila quintali di cellulosa con la possibilità di una crescita produttiva qualora vengano potenziati i suoi impianti.
In definitiva la sperimentazione tende ad utilizzare tutti i residui vegetali dell’agricoltura, sfruttando il sale per il processo chimico di trasformazione fornito dalle saline di Margherita di Savoia, principali risorse del territorio, al fine di garantire la produzione di cellulosa da materie prime alternative.
Con R.D. del 23 luglio1936 l’Istituto Poligrafico dello Stato, per far fronte alle esigenze di approvvigionamento del Paese, assume la proprietà dell’IN.CE.DIT. e ne completa l’ampliamento (superficie di oltre 108 ettari , di cui circa 7 coperti).
Il processo di trasformazione della paglia in cellulosa è una delle più audaci realizzazioni dell’autarchia economica della nazione, stabilisce un equilibrio economico tra le categorie dell’indotto produttivo, basti pensare che, fino a quel momento la paglia del grano veniva bruciata da tutti i nostri agricoltori perché la sua vendita non forniva nessuna fonte di reddito.
L’ “attestato” più rappresentativo del momento autarchico, e del contributo della nostra Cartiera, è rappresentato da una lapide marmorea posta proprio nel suo ingresso.

Lapidi commemorative 18 novembre 1935

Epigrafi commemorative all’ingresso dell’ I.P.Z.S. Sulla lapide di sinistra si legge: “18 novembre 1935 – XIV. A ricordo dell’assedio perché resti documentata nei secoli l’enorme ingiustizia consumata contro l’Italia alla quale tanto deve la civiltà di tutti i continenti”. Sulla lapide di destra si legge:”Il popolo Italiano ha creato col suo sangue l’impero lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi…9 maggio 1936 XIV MUSSOLINI”.

Foggia e i foggiani non furono particolarmente vendicativi e distruttivi nei confronti della simbologia cittadina del “Ventennio” alla caduta del fascismo. Qualche nostalgico di buon senso fece murare le allegorie sugli scaloni del Palazzo di Città, in attesa della riconciliazione degli animi. In Vico del Tesoro campeggia ancora, su lapide di marmo, una lettera alle “camice” nere firmata da Mussolini, ed altro ancora.

La lapide all’ingresso della Cartiera rinviene da una disposizione del Gran Consiglio del 18 febbraio 1936 inviata a tutti i Comuni del Regno, nella quale era previsto “che sulle case di tutti i Comuni fosse murata una pietra ricordo dell’assedio economico”. Nella disposizione veniva stabilito anche il modello, la scritta ed il materiale: marmo bianco di Carrara.
Con successive disposizioni i Comuni venivano invitati ad individuare il punto idoneo sulla facciata dell’edificio comunale dove apporre la targa, e ad attenersi alla stessa data e stesso cerimoniale per l’inaugurazione.
Non è dato sapere perché a Foggia, contrariamente alle disposizioni impartite, si diede una diversa collocazione alla targa.
Di fronte a questo marmo che porta la data del 18 novembre 1935, un altro datato 9 maggio 1936, ricorda la proclamazione dell’Impero e di questo se ne ha una plastica visione nel bassorilievo ubicato nel cortile del Palazzo Uffici Statali.

bassorilievo ubicato nel cortile del Palazzo Uffici Statali

Bassorilievo ubicato nel cortile del Palazzo Uffici Statali

Di seguito proponiamo un video dell’Archivio Storico Luce del 1936.

Il video ritrae alcuni momenti dell’inaugurazione delle lapidi sopra citate, alla presenza del vescovo Fortunato Maria Farina e l’on. Giuseppe Caradonna (Presidente del Consiglio Direttivo dell’Ente Nazionale per la Cellulosa) , successivamente ci mostra i reparti con le fasi di lavorazione per l’estrazione della cellulosa dalla paglia.

 

 

 

 

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