Favola di Natale – A tutti i nipoti del mondo – “L’albero dei desideri”

 

FAVOLA DI NATALE

A TUTTI I NIPOTI DEL MONDO

“L’ALBERO DEI DESIDERI”

Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

“Il faro, il faro!” gridò Pietro, il capo paranza, il più anziano di tutti che a notte fonda vigilava sulla plancia del peschereccio in navigazione, e tutti: Onofrio, Mohamed primo e Moahmed secondo, Giacomo e Bernardo, Indra e Moh buttatisi giù dalle cuccette salirono in coperta, dietro di loro Abib, Lissed, Michele, Bebj, Far, Fabio e Vito e ancora Sar e Movieu, per ultimi, impostato il pilota automatico, Giovanni e Paolo.

Il vento fresco tagliava la faccia, ma non era questo che costringeva quegli uomini a stringere le palpebre degli occhi, serviva invece a mettere bene a fuoco quel punto lontano che Pietro eccitato continuava ad indicare.

Finalmente a casa!

Ma Vito, a mezza voce, come se non volesse spezzare quel filo di speranza che ormai aveva coinvolto tutti esclamò: “A me non pare, la luce è fissa, gialla e di forma allungata!”, e subito Bernardo, il più giovane, non ancora diciassette anni alla sua prima esperienza di mare: “Ma è la punta dell’albero di Natale con la stella cometa che sta su, nella piazza alta del paese come ogni anno! Il faro è sotto costa, alla punta del molo di attracco!”.

“Si …” riprese Abib “… è quel bagliore rosso che si vede laggiù!”. La sua voce sembrò venire fuori dal buio della notte con cui il colore della sua pelle si era mescolato.

Il Sindaco del paese aveva deciso che l’albero si facesse anche quell’anno nonostante tutto, ma senza addobbi e luminarie, solo la stella in cima come a indicare la via ai “pastori” del mare, i loro pescatori, catturati dalle motovedette libiche mentre pescavano in alto mare e da tanti giorni trattenuti in terra straniera senza saper più niente di loro. Un albero di Natale a metà, sospeso, in attesa, si proprio in attesa …. come i familiari dei pescatori, gli amici e tutto il resto della gente.

Comunque, fosse albero di Natale, bagliore o faro era proprio il caso di dire che una luce, in fondo al tunnel, si vedeva.

Finalmente!

Rimasero tutti lì, uno accanto all’altro a puntare gli occhi nella stessa direzione, con la stessa speranza, nella stessa attesa, con pensieri che avevano molto in comune, in silenzio.

Il rumore dei motori, lo sciabordio dell’acqua, alle spalle tante miglia marine, tre mesi e oltre di prigionia in terra straniera e il comune ricordo di una giornata di lavoro iniziata bene e conclusa male.

Quanto era costato tutto questo?

A parte le sofferenze ed il comune destino, poi, quasi tutti avevano un qualcosa di intimo, particolare e personale da recriminare: appuntamenti mancati, faccende da sbrigare, impegni e promesse da mantenere, attese …. diventate ancora più lunghe.

A Bernardo, il più giovane, era saltato il primo appuntamento con Maria. Si conoscevano da sempre ma si erano “incontrati” da non molto. Dovevano mettere bene a fuoco il nuovo rapporto che stava nascendo tra loro.

Bernardo si era preparato mentalmente per dichiarare le sue intenzioni, e sentimentalmente per dare e ricevere il primo bacio. Lo avrebbero fatto al rientro dalla battuta di pesca, dieci-dodici giorni e invece ….

Albeggiava ormai, e quelli che sembravano solo indizi e speranze diventavano sempre più visibilmente fatti concreti.

Per di più un gruppo di gabbiani li aveva raggiunti in mezzo al mare e volteggiava nell’aria, sembravano messaggeri di bentornato. A turno si posavano sulle parti più alte del peschereccio, facevano sempre così quando ne avvistavano uno che rientrava dalla pesca, c’era sempre da rimediare qualcosa da mangiare.

Bernardo mentre li guardava pensò: “Maria, sto tornando, aspettami!”. Un attimo dopo un gabbiano spiccò il volo in direzione del paese.

Lissed, al rientro dalla pesca, sarebbe dovuto andare a Palermo per coronare il sospirato ricongiungimento con la moglie Fatima e i due figlioletti. Non li vedeva da due anni, ora erano due anni e tre mesi, gli venne naturale pensare: “Recupereremo il tempo che ci ha tenuti lontani!”. E un altro gabbiano spiccò il volo in direzione del paese.

Vito doveva incontrare il fratello maggiore per discutere di quel pezzetto di terreno ereditato dai genitori e che era stato causa di tanti litigi e fraintendimenti a cui volevano mette fine. Serrò gli occhi come a voler sigillare la promessa che gli frullava in testa: “Sarà un Natale di Pace!”.

Fabio aveva lasciato la moglie incinta di otto mesi e non aveva saputo più niente. Com’era andato il parto? Per Carmela era il primo. Com’era Salvatore? Gli occhi, le labbra, il nasino! “Vi voglio bene!”.

Ed ogni volta un gabbiano partiva, e ci fu un gabbiano per tutti, anche per Far che aveva promesso alla vecchia madre di tornare in Senegal per Natale, nel periodo di fermo-pesca. C’era il tetto di casa da riparare.

I gabbiani prendevano il volo in direzione del paese, arrivavano sulla piazza alta, volteggiavano sull’albero di Natale e poi vi si posavano.

La gente, assembrata in piazza, non ci faceva caso intenta a sbirciare l’arrivo del peschereccio preannunciato dalla radio di bordo alla locale Caserma dei Vigili Urbani, ma al momento che questo fu ben visibile si riversò per le stradine che portavano alla marina, e quasi contemporaneamente le sirene dei pescherecci alla fonda si misero a suonare unendosi alle campane di tutte le chiese.

Ci fecero caso i gabbiani invece, che un po’ frastornati e impauriti dagli improvvisi rumori presero il volo in direzione del mare. Ma in ogni posto che un gabbiano abbandonava comparve un cartoncino colorato: rosso, verde, giallo, blu con su scritto un desiderio, una promessa, una speranza.

Pubblicato il: 22 Dic 2020

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