LA FABBRICA DELLA CERA

LA FABBRICA DELLA CERA

Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

 

         Archeologia industriale, così vengono definiti i manufatti di vecchie industrie ed opifici in disuso. In altri posti ne fanno qualcosa, li riutilizzando dandogli nuova e diversa vita.

Sulla nostra cereria invece, almeno dal 1966, sicuramente anche prima, ci ha messo le zampe su un “mattonaro” locale, in attesa di tempi buoni per lui (biblici!), ed oltre a subire il degrado del tempo è stata poi messa in sicurezza, chiudendola su due lati dei tre, in una “scatola” metallica. Non è un bel vedere, tutti i giorni per 365 giorni all’anno e per noi del quartiere da oltre mezzo secolo.

Ubicata ai margini del confine sud del Quartiere Ottocentesco, oggi zona centrale (e degradata) di Foggia, ha il muro di cinta di un cortiletto interno su Via Pietro Scrocco semicrollato, due grossi ingressi, ora con serrande metalliche su via Normanno, di cui uno conserva ancora l’importante ed elegante architrave a mezzaluna con piedritti in pietra.

SAMSUNG DIGITAL CAMERA

E’ invece su Via Umberto Garofalo, probabilmente la facciata principale rivolta verso la città dell’epoca, che conserva ancora segni del tempo di una certa eleganza: il grande portone in legno, gli attacchi in pietra per equini, finestrelle con protezione in ferro, una porticina con elegante architrave.

Lì si producevano candele, lumini, tutto ciò che serviva all’illuminazione casalinga e non dell’epoca.

 

SAMSUNG DIGITAL CAMERA

Il manufatto in questione, sta lì almeno dal 1820, lo testimonia il numero civico [ 15 ] sulla predetta via, una piastrella in ceramica con bordi colorati risalente alla seconda numerazione che si ebbe a Foggia, appunto nel 1820, di case, stabili, botteghe, ecc.

Ad un tiro di schioppo si trova la Chiesa di Santo Stefano Protomartire la cui costruzione fu ultimata nel 1842 ed incentivò l’aggregato urbano circostante, il che fa presumere che la cereria, all’epoca della sua costruzione fosse lontana dall’abitato, e comunque sul limitare dello stradone che portava dal Convento di san Pasquale a quello di Gesù e Maria, quella che era la  circonvallazione di Foggia all’epoca.

Cereria 3 Muro a muro con la cereria un altro vecchio manufatto, anch’esso opzionato dallo stesso “mattonaro”, un deposito-ingrosso di alcuni generi alimentari e torrefazione del caffè, quello di Molinaro meglio conosciuto come “Santoddio” per l’uso continuo di questo intercalare nei suo dire e ragionare. Gli attacchi in pietra per gli equini infissi sul muro, il mastodontico portone in legno e una ventola che continua a girare mossa dal vento ma che non porta più per le vie del quartiere il profumo del caffè quando veniva “abbrustolito” come ricordano gli anziani del posto.

Fra la cereria e “Santoddio”, parte del manto stradale è saltato via riportando alla luce il vecchio acciottolato in pietre di fiume. Più in là, la strada e parte di quelle adiacenti conservano ancora il basolato di pietra bianca o vulcanica, quella che resiste nel tempo, un tempo che probabilmente risale a Lorenzo Scillitani, uomo illuminato, primo sindaco di Foggia nel 1861.

SAMSUNG DIGITAL CAMERA

Un altro manufatto adibito a cereria, peggio messo del primo, si trova all’inizio di Via Manfredonia, di fronte a quella che veniva chiamata la Banchina di San Giovanni.

 

 

 

 

COPYRIGHT © 2014 TUTTI I DIRITTI RISERVATI

 

 

Articoli recenti