IL BORGO FANTASMA

 

IL BORGO FANTASMA

Di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Anche questo si doveva chiamare Incoronata come quello attualmente esistente la cui costruzione ebbe inizio nel 1939 da parte dell’Opera Nazionale per i Combattenti. E se l’attuale fu destinato a servizio dei poderi assegnati ai reduci e combattenti della Guerra 15/18, l’altro doveva provvedere “alla sorte degli orfani” della stessa guerra dando loro un’istruzione legata all’agricoltura.

Un progetto ambizioso che prevedeva la costituzione di una colonia agricola per gli orfani, la costruzione di una borgata rurale (Incoronata) e il rifacimento della chiesa del Santuario dell’Incoronata.

L’iniziativa parti dal Comune di Foggia (Podestà Perrone) che coinvolse in un’apposita convenzione l’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia (Ente morale dal 1921), il Vescovo di Foggia (Mons. Farina) e il Presidente degli Ospedali Riuniti.

Il progetto venne predisposto dall’architetto Foschini, i terreni individuati in 200 ettari delle terre a pascolo di Piana Palazzo e Macchione di proprietà comunale.

La notizia apparve sui giornali locali del 18 novembre 1927, ma una serie di problemi: opere di bonifica e d’irrigazione da attuare, e non ultimo il reperimento dei fondi necessari per finanziare l’opera rinviarono l’inizio dei lavori.

Affinché l’interesse del Comune (Podestà Filiasi) si riaccendesse, si dovette attendere la costituzione del Consorzio di Bonifica e Trasformazione Fondiaria del Tavoliere Centrale che diede l’avvio ad un progetto di dodici borgate rurali da costruire intorno al capoluogo, fra queste l’Incoronata sui terreni comunali di Piana Palazzo e Posta Palude e di cui assunse l’onere per le opere di bonifica e trasformazione fondiaria.

Il 21 dicembre 1934, a seguito dell’affidamento dei lavori, venne fatta la consegna all’impresa Scazzeri aggiudicataria dell’appalto che prevedeva 25 case coloniche con concimaia e spanditoio, 25 impianti irrigui per sollevamento acque freatiche, strade interpoderali e canali di scolo.

Ma già a partire dal luglio 1935 iniziarono a sorgere problemi con la ditta appaltatrice e il contratto venne rescisso nel febbraio 1937.

Al comune restarono un gruppo di casette coloniche non tutte ultimate e una notevole quantità di materiale edilizio che venne stoccato nelle stesse e sottoposto a guardiania; materiale che a fine del conflitto mondiale venne depredato da gente locale, truppe tedesche ed alleate.

Le case cloniche ormai lesionate e fatiscenti vennero definitivamente abbattute all’inizio del 1944.

Strana la sorte di questi terreni se così come sembra risultano essere gli stessi che nel settembre 1945 vennero assegnati alla Cooperativa agricola “La Terra Silvestro Fiore” che a partire dal 2000 circa ha visto sorgere un lungo e complicato contenzioso con il Comune di Foggia che ne rivendicava la proprietà fino al rilascio con l’estromissione dei soci.

Pubblicato il: 4 Nov 2021

 

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