Le strutture della masseria in Capitanata


Le strutture della Masseria in Capitanata

 di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Il diffondersi della grande masseria segna il passaggio dall’economia pastorale a quella agricola proprio per effetto di una maggiore disponibilità di terre salde sottratte al pascolo delle greggi transumanti

Molto spesso la masseria è ubicata a distanze anche sensibili da centri abitati, e la lentezza dei mezzi di locomozione dell’epoca a trazione animale, il cavallo soprattutto, si somma ai lunghi percorsi.

Da ciò nasce la necessità che la masseria: uomini, mezzi, terre ed animali si configuri con forti caratteristiche di autonomia e autosufficienza. Parte del ciclo della produzione, soprattutto grano in origine, è destinato all’autoconsumo sotto forma di pane e pasta alimentare che vien integrato dai prodotti dell’allevamento di animali da corte (uova, carne) e di stazza più grossa come il maiale (insaccati, lardo, sugna), di pecore vacche (latte e derivati).

Per questo la struttura della masseria deve essere sufficientemente grande e composita in modo da soddisfare ogni tipo di esigenza.

Entrando nei particolari di una vecchia e tipica masseria di campo attraverso la visione e l’approfondimento di una piantina allegata ad un’istanza del 1833, presentata da don Pasquale de Nittis tesa ad ottenere il dissodamento di una posta salda confinante con i suoi possedimenti della masseria Porcile delle Vigne. Dalla piantina, depositata presso l’Archivio di Stato di Foggia, si evince bene di come la masseria sia articolata e composita nelle strutture che la costituiscono, oltre al quartino padronale una serie di locali satellite di servizio e per ogni tipo di esigenza.

Così, partendo dai locali utilizzati dall’uomo come luoghi di abituale dimora, a quelli destinati agli animali, ai mezzi ed attrezzi segue una carrellata di tutti quei locali e manufatti che possono rilevarsi in una masseria tipo.

Casa padronale – (A palazzìne) corpo centrale dell’intero compendio di fabbricati rurali utilizzato al piano superiore dal proprietario in particolare nei periodi dei grandi lavori (aratura, semina raccolto) e dalla famiglia durante la buona stagione.

Casa del curatolo o massaro – al piano terra della palazzina padronale o comunque nelle immediate adiacenze della stessa, giusto privilegio accordato a chi veniva definito “l’occhio del padrone” per la fiducia in lui riposta.

Gualaneria – Alloggiamento dei gualani operai addetti alla cura e alla conduzione di animali da lavoro, soprattutto cavalli.

Alloggi vari – per operai salariati fissi anche con famiglia.

 

Cafoneria/Casone – dormitori per operai-braccianti stagionali.

Cappella – Chiesetta rurale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pertinenze

Deposito per derrate – (Dispensa)Deposito di generi alimentari di largo consumo come olio, cereali, leguminose, e ecc.

Forno – A paglia o a legna per la panificazione casalinga che avveniva ogni quindici giorni a beneficio di tutti gli abitanti della masseria.

Porticato – ( U purtechete) Luogo dove si svolgevano le attività varie da svolgersi al coperto, in particolare durante le giornate di pioggia o eccessivamente soleggiate, come la pigiatura dell’uva, oppure selezionare il grano dalla veccia e le impurità varie con lo svecciatoio.

Cantina – Locale quasi sempre ricavato più fresca e buia del caseggiato.

Aia/Campana – Spiazzo prospiciente i fabbricati.

Mezzana – Estensione del fondo che circonda i fabbricati della masseria compreso l’aia, utilizzata come pascolo naturale degli animali. 

Pozzo – Quasi sempre unica fonte di approvvigionamento dell’acqua sia per gli uomini che per il bestiame ubicato all’interno dell’aia, quasi sempre vicino le strutture abitative. Nelle sue vicinanze era sempre presente una vasca in pietra utilizzata come lavatoio per i panni.

Pozzo cisterna – Erano frequenti nelle zone rocciose. Venivano utilizzate grosse vasche scavate nella roccia, a volte naturali, dove si faceva affluire l’acqua piovana per poi utilizzarla al bisogno.

STALLE e ANNESSI

Stalla equini – Stallone = Ricovero per equini, all’esterno, sulle pareti i tipici attacchi in pietra o con anelli di ferro e la corsea, recinzione di passaggio degli equini dallo stallone all’esterno.

Stalla bovini – Ricovero per bovini le cui mangiatoie erano disposte sui lati più lunghi della struttura. Tipica anche per l’area recintata prospiciente, “la varrata”, chiusa all’uscita con due grosse barre in ferro scorrevoli.

Stalla per ovini – Mandra  = Ricovero per ovini, di pianta rettangolare ben limitata e collocata su un piano inclinato di spalle ai venti da nord, suddivisa in tante parti per il numero di branchi che deve ospitare. La costruzione di questo ricovero viene eseguita con ferule e arbusti intrecciati fra loro con un’altezza pari a quella dell’uomo.  Nelle “masserie di pecore”, dove l’allevamento del bestiame prevale sull’agricoltura, è solito vedere questi ricoveri in muratura in un insieme contiguo spesso con entrata ad arco.

Altri locali tipici di queste masserie sono: Lo scariazzo, luogo recintato all’aperto che poteva ospitare oltre 3.000 pecore, il mungitore, locale o spazio dove si mungevano le pecore e il casone, locale dove veniva lavorato il latte ed il formaggio pecorino e poi messo a stagionare.

Magazzino per finimenti: Locale per la conservazione di selle, varde, capezze, redini, ecc.

Mascalcia – Locale fornito di una fucina a mantice dove il maniscalco provvedeva alla ferratura di cavalli e muli. Utilizzato anche dal fabbro per ridare il filo al vomere dell’aratro ed altri interventi di manutenzione su mezzi meccanici.

Pavaglione – Locale di ritrovo e sosta dei braccianti prima dell’uscita al lavoro nei campi con al centro una fonte di fuoco e panche lungo il perimetro interno. Prende il nome dalla sua caratteristica volta a superficie curva nella parte interna e la parte esterna presenta una grossa canna fumaria a forma di tronco di cono. Quasi sempre il locale è adiacente alle stalle in modo da poter sfruttare il fuoco per eventuali lavorazioni casearie o per necessità di acqua calda.

Meta chiusa – Grossi locali metà interrate e metà fuori terra utilizzati per lo stoccaggio e conservazione di grandi quantità di fieno e paglia, immessi dall’alto e ammassati venivano estratti dal basso al bisogno. Successivamente vennero sostituiti dai moderni silos.

Abbeveratoio bestiame – Quasi sempre collegato al pozzo, composto da più vasche di pietra a degradare, dalla più alta per animali grossi (equini e bovini), alla più bassa per ovini.

Tondino da doma –  E’ molto utile per domare ed addestrare puledri e giovani cavalli, ma anche per ginnasticare i cavalli adulti e già addestrati, per “sgambare” i cavalli senza lavorarli montati, per far “sfogare” senza problemi i cavalli più esuberanti.

Letamaio/Concimaia – Per lo stoccaggio e conservazione del letame – stallatico ( u’ fumìre )  in attesa della maturazione per l’utilizzo sui campi come concime naturale.

RICOVERI PER ANIMALI DA CORTILE

Questi piccoli fabbricati sono quasi sempre raggruppati e adiacenti, non superano l’altezza massima di due metri e vengono utilizzati per l’allevamento di animali di piccola taglia.

Porcilaia – Locale per l’allevamento del maiale, uno al massimo due secondo le esigenze familiari.

Pollaio – (u’Gallenàre) Luogo in parte recintato e in parte coperto. All’interno della parte coperta si trovavano i nidi per la deposizione delle uova.

Colombaia – (u’ palummàre) Ricovero per colombi da riproduzione, a volte anche parte decorativa della struttura masseriale. I colombi erano lasciati liberi così da potersi procurare parte del cibo necessario.

Conigliera – Piccolo locale dove si allevavano i conigli.

Vespaio – Sito con arnie per la produzione del miele.

Orto familiare – Orto estivo ed invernale, piccolo appezzamento per la produzione di ortaggi per l’autoconsumo, nello stesso era possibile trovare anche alberi da frutto.

Altri Locali

Carreria – Deposito carri agricoli a trazione animale, successivamente utilizzato come rimessa, ovvero, ricovero macchine e attrezzi agricoli.

Spannizzo/a – Spazio all’aperto per l’asciugatura di cereali umidi ed eventuale paleggiatura per la separazione della pula dal grano.

Fossa granaria – Per stoccaggio e conservazione grano o altri cereali.

A PROTEZIONE DEL TENIMENTO

Strutture di avvistamento e difesa – Sorta di garitte, parte integrante della struttura principale, poste su due o quattro angoli della stessa, provviste anche di feritoie. In alcuni casi vere e proprie torrette dislocate in punti strategici della tenuta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Pubblicato il: 9 Mag 2020

 

 

 

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