L’impianto zimotermico di Foggia

 

L’impianto zimotermico di Foggia

 

Viene da lontano quel cattivo rapporto fra la città di Foggia, e quindi i foggiani,  con le problematiche poste dalla raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Responsabilità da dividere al 50% fra Amministrazioni, che non riescono a trovare idonee soluzioni, e cittadini poco “educati”.

Ci portiamo dietro una criticità nella raccolta dei rifiuti e un’assoluta mancanza della loro differenziazione, e poi simboli di ciò che è stato fatto di inutile, come l’inceneritore su via San Severo, e le 30 isole ecologiche interrate sparse per la città e mai utilizzate.

Quel lontano si riferisce al 1934, una Foggia più piccola, sotto i 60.000 abitanti e la strada Foggia-Manfredonia ingombra di rifiuti.

Ma fu proprio in quell’occasione che alle porte della città, sul Tratturo Castiglione, venne installato un impianto zimotermico (per trasformare la spazzatura in concime agricolo) i cui ruderi sono ancora presenti in un’area adibita a deposito dall’Acquedotto Pugliese. Il Podestà dell’epoca, Luigi Filiasi, tramite l’Ufficio Sanitario Comunale venne nella determinazione di trasformare i rifiuti col sistema delle “Torri Boggiano-Pica”, che la ditta Piccinni, appaltatrice del Pubblico Spazzamento, stava già sperimentato con buoni risultati in un impianto di prova.

Il  brevetto Boggiano-Pica, prevedeva dei silos in cemento armato di m. 5 di altezza nei quali venivano immessi i rifiuti arricchiti di materiale fermentabile ( verdure e simili), oggi si dice l’umido, chiusi ermeticamente e irrorati con liquido di fogna, infine lasciati per 20 giorni. Il processo del tutto biologico produceva un ottimo fertilizzante.

Quello che resta dell’impianto zimotermico

A seguito di ulteriori prove, l’Amministrazione Podestarile cedette l’uso gratuito dei rifiuti cittadini alla ditta assuntrice per un certo periodo di tempo, trascorso il quale gli Impianti sarebbero passati nella proprietà  municipale.

Così facendo si eliminò l’inconveniente di trovare alle porte della città discariche pubbliche, e il Comune senza alcun onere né per l’impianto, né di gestione, trascorso i tempi contrattuali, diventò pieno proprietario dell’impianto.

Non conosciamo il motivo perché questo tipo d’impianto non ha avuto seguito fino ai giorni nostri, ma conosciamo bene la situazione emergenziale dei rifiuti che ogni giorno siamo abituati a vivere e con un pizzico di ironia ci verrebbe da dire: si stève mèghije quànn si stève pègge. (Si stava meglio quando si stava peggio) 

scritto da Romeo Brescia

Pubblicato il: 26 Nov 2022

 

 

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