L’ultima ciminiera

 L’ULTIMA CIMINIERA

Di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Ciminiera Fabbrica laterizi

Ciminiera dell’ex fabbrica di laterizi fondata da Andrea De Stasio nel 1903

Alte, di mattoni rossi, come lunghe canne di fucile svettanti, a stringere, verso il cielo “sparavano” sol il fumo di combustione del fuoco che veniva prodotto alla loro base, mentre fra le mura della fabbrica, uomini sudati, a volte a torso nudo lo alimentavano, ed altri si muovevano freneticamente per produrre beni e servizi.

Ce n’è rimasta solo una in quell’avvallamento tra Viale Fortore e la via per Manfredonia, sembra che la lascino sopravvivere, sarà conservata a testimonianza di un sito che ha visto i primi passi dell’industria cittadina, dell’economia di un epoca, dei trasporti, del lavoro e della fatica della gente.

Piccole-medie industrie, e commerci,  nate dall’estro, dall’intelligenza, dal coraggio di imprenditori pionieri, già passati per la fatica manuale, imprenditori che mettevano e rischiavano di loro senza aspettare gli aiuti statali, che se c’erano non erano per loro.

E’ il nodo ferroviario che si costituisce a Foggia già nel primo decennio dell’Unità d’Italia che crea le condizioni, e a farci ben caso proprio seguendo la linea ferroviaria che dalla stazione dell’Incoronata viene verso Foggia troviamo il passato, il recente ed il nuovo dell’industria locale.

Lì, c’è anche il torrente Cervaro, le sue acque, oltre i pozzi scavati, sono indispensabili alle fabbriche che “bevono”, ma anche a quelle che scaricano: lo zuccherificio (primi anni ’60 fino al 2005), da anni non più in produzione, la Lanersossi poi ex Lanerossi e la Frigodauinia poi ex Frigodaunia, due fallimenti che hanno prodotto solo cassintegrati. Quasi sulla sponda grandi mulini abbandonati, e dall’altra parte della Statale 16 il grande impianto di raccolta e di adduzione acque alla Cartiera di Foggia.

E’ l’attuale zona industriale di Foggia, alle spalle passa l’autostrada, a breve sarà aperto un nuovo svincolo, l’azzurro della Barilla ne è quasi l’emblema.

Ciminiera del' IPZS

Foggia – Ciminiera del’ IPZS

E  a Foggia il Rione Diaz nasce per dare alloggio ai lavoratori della famosa società IN.CE.DIT. (Industria Cellulosa D’Italia – 1934), nata per utilizzare e trasformare i residui vegetali delle produzioni agricole in cellulosa e materiali alternativi. Nel 1936 lo Stato, per far fronte alle proprie esigenze di approvvigionamento, ne assume la piena proprietà con il nome di “Istituto Poligrafico dello Stato”, dando ulteriore ampliamento e slancio produttivo su una superficie di 108 ettari , di cui circa 7 coperti. Nelle sue mura osserviamo ancora oggi la ciminiera più alta del territorio, un tempo legata alla produzione di pasta legno da pioppo, ulteriormente trasformata, in altri reparti, ricavandone cellulosa e infine carta. Il processo fu dismesso nel 1975.

Passati i binari della Foggia-Manfredonia non la trovi più la “Fabbrica dei chiodi” (1915 c. – F.lli Ruggieri) con la sua ciminiera, né trovi più la fabbrica di biciclette “Martucci-Apulia” (1900 c.) da cui prese il nome il rione.

Mano mano arrivi alla stazione con quelle che furono le Grandi Officine Riparazione, di lì, se ci fossero ancora, si potrebbero seguire il tronco dei binari che portava fin dentro l’originaria Officina Gas (1867) Altra ciminiera?

A pochi passi il vecchio “triangolo industriale” che ha il vertice nella confluenza di Viale Fortore con la via per Manfredonia, che ai trasporti su rotaia aggiunge quelli per mare, appunto dal porto di Manfredonia. Una zona strategica.

Ed è proprio il porto di Manfredonia che attrae l’attenzione di Domenico Rosa Rosa, titolare di una ditta di legnami in Campania, che, nell’immediato dopoguerra, vista l’impraticabilità del porto di Napoli delocalizza dalle nostre parti con sedi a Manfredonia e Foggia.

L’attività sorta già nella seconda parte del 1800 a Castellammare di Stabia , si tramanda per generazioni e vede impegnati a Foggia oltre una ventina di addetti sotto l’attenta ma paternalista gestione di Don Mimì Rosa Rosa (*) che “la terrà in piedi, anche se divenuta antieconomica, finché l’ultimo dei suoi dipendenti non raggiunse gli anni necessari per poter usufruire della pensione”.

Giornale FOGGIA

Archivio personale Marco Scarpiello

Le cronache dei tempi segnalano ancora, tra le pagine del giornale “Foggia” dell’otto gennaio 1888, la presenza del pastificio e panificio G. O. Barducci-Pedone (fondato nel 1886) con oltre 200 operai addetti alla macinazione del grano tramite un mulino a cilindro (500 q.li/giorno), fabbricazione pasta (120 q.li/giorno) e produzione pane (150 q.li/giorno); nella successiva evoluzione di molino e pastificio a vapore C. Barducci e figli, a causa di un “furiosissimo turbine”  il 28 dicembre del 1887, subirà il crollo dello stupendo fumaiolo alto 54 metri. (**)

Ma la sorte è ancora avversa, la notte tra il 10 e 11 settembre del 1889, il mulino cessa del tutto la sua attività a causa di un grave incendio che lo riduce  in cenere [dal giornale  “Il buon senso” del 18.09.1889]  con  gravi conseguenze, non solo per i proprietari, ma anche per la città, per un successivo ed inevitabile aumento del prezzo del  pane, e  per  le  trecento famiglie che ci lavoravano traendo dall’ opificio il loro sostentamento quotidiano.

pastificio-barducci

Archivio personale Del Grosso Pino

Da ricordare ancora la fabbrica di laterizi fondata da Andrea De Stasio nel 1903, dotata di un forno per cuocere i mattoni alimentato a paglia, sostituito nel 1907 con una fornace Hoffmann a cui se ne aggiunge una più grande nel 1911, fino ad ulteriori trasformazioni che portarono la produzione nel 1921 a 150.000 quintali di laterizi e l’impiego di 60 unità lavorative.

Fabbrica laterizi

Operai a lavoro nella fabbrica di laterizi Andrea De Stasio.

FAbbrica Laterizi 1

Andrea De Stasio con i suoi dipendenti

 

 

 

 

 

 

 

Ricostruito e reso più moderno dopo i bombardamenti subiti nel ’43, lo stabilimento vanta una medaglia d’oro conseguita all’esposizione di Roma del 1913, oltre riconoscimenti e premi conseguiti a Milano, Napoli e alla prima esposizione di Foggia che si tenne nella Villa comunale.

Ciminiera Dauna Latte

Ciminiera dell’ex Dauna Latte

Poco più avanti, sempre su via Manfredonia, la Dauna Latte (“DAULA”), una società di allevatori costituita nel Marzo del 1949. Lo stabilimento nasce con lo scopo della raccolta, refrigerazione imbottigliamento e vendita di latte alimentare, oltre alla produzione di burro, formaggi e alla utilizzazione dei sottoprodotti. Oggi a ricordo di questo importante polo che ha dimostrato lo spirito associativo dei nostri allevatori, restano una serie di edifici fatiscenti e la bellissima ciminiera che un tempo “sbuffava” i fumi della vecchia caldaia di produzione di vapore.

Per concludere, poco più in là del “triangolo”, su Via Manfredonia il Silos granario (1937), dall’altra parte, su viale Fortore, una volta, la vecchia fabbrica del ghiaccio.

 

FONTI:

– “il Foglietto” – Giornale della Daunia 28.04.1955

– “Alle origini del movimento operaio di Castellammare di Stabia” di Raffaele Scala

– “La lunga strada del Legno” di Adriano Ribera

– “Indagine conoscitiva su Rione Martucci” – Alunni Scuola elementare Montessori

(*) Domenico Rosa Rosa va ricordato anche nella sua veste di Presidente Del Foggia calcio (1961-66), con lui la squadra locale conseguì due promozioni fino alla Serie A. Inoltre Don Mimì è stato Presidente dell’Unione Commercianti, Commissario Governativo dell’Istituto Incremento Ippico e Consigliere di Amministrazione della Fondazione Banco Napoli.

(**) Il ricordo del fumaiolo della Barducci resta nel detto Foggiano “Sì pègge da cemenère Barducci!” che l’amico Giuseppe D’angelo sentiva rivolgere dalla propria nonna al marito accanito fumatore.

 

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