Foggia, la guerra e il sapone

 

Foggia, la guerra e il sapone

 

Questa storia trova le sue origini in una  testimonianza della sig.ra Luisa Mazzilli  riportata sul social e associata ad una foto  di una Foggia che non c’è più con la dicitura:  “Piano delle fosse. Qui sorgeva la prima fabbrica di lisciva e sapone a Foggia messa su da mio nonno materno Vincenzo De Benedittis. Praticamente alle spalle della statua di San Francesco. La guerra distrusse quasi tutto”. A seguito aggiunge: “Mio nonno venne da Corato a Foggia per dare un futuro alla sua grande famiglia aprendo questa fabbrica che all’ epoca era l’unica a Foggia. Io non l’ho vissuto di persona perché  sono nata nel 54, ma ho ascoltato i racconti di mia madre figlia di Vincenzo De Benedittis”.

Sulla foto è visibile l’edificio con l’insegna ” Fabbrica di Sapone e Liscive” appartenuta al Sig.Vincenzo De Benedittis – Archivio personale di Marco Scarpiello.

Questo ci ha incuriosito spingendoci a fare qualche ricerca in merito e focalizzando l’ attenzione sull’aspetto igienico del periodo post bellico della nostra città e dei suoi abitanti.

La produzione del saponificio di Foggia nell’impiantato dal Sig. De Benedittis, proprio al limitare dell’antico Piano delle Fosse, venne fortemente compromessa dai bombardamenti dell’estate del ’43.

Le cronache dell’epoca raccontano che Foggia ed il circondario ne subirono fortemente le conseguenze essendo quella del De Benedittis, e poca altra cosa in provincia, l’unica grossa industria di sapone,

La carenza, fino alla mancanza completa del prodotto, di lì a poco si aggravò per effetto dell’arrivo delle truppe di occupazione (poi Alleati) ed il rientro degli sfollati.

A porre fine a questa situazione ed ai problemi da essa rivenienti: scarsa igiene e quindi focolai di scabbia, fu proprio la ferrea volontà del Sig. De Benedittis che con ogni mezzo, in una situazione molto precaria, riuscì a riattivare i suoi impianti ed a produrre sapone utilizzando le poche scorte di carbonato di soda scampate al saccheggio dopo il bombardamento della fabbrica. In questo il Sig. De Benedittis fu supportato dalle Autorità Alleate, dal Capo dell’Amministrazione comunale e dal Direttore del Consiglio Provinciale dell’Economia.

Veduta del Piano delle Fosse. I fabbricati visibili sulla foto erano prospicienti all’attuale via Conte Appiano – Archivio personale di Marco Scarpiello.

Questo avveniva nel gennaio-febbraio del 1944 e poté assicurare alla popolazione, tramite gli Enti di Beneficenza, una fornitura mensile di sapone di 100 gr. a testa, che passò a 150 gr. già nel maggio dello stesso anno.

La scarsità di materia prima fu anche superata con l’utilizzo della concentrazione del liquido sodico che il Governo Alleato requisì presso la Cartiera di Foggia, dove, la base minerale veniva usata nel processo di estrazione della cellulosa per la fabbricazione della carta.

Questa lodevole attivarsi permise all’industria locale del settore di rendersi  indipendente da quella barese che già in precedenza aveva negato l’approvvigionamento delle materie  prime. Mentre, di lì a poco, il Ministero dell’Industria Commercio e Lavoro, non avendo nessun riscontro di quanto accadeva sul territorio, dispose l’assegnazione in favore di Foggia e provincia di circa 600 Q.li di sapone da prelevarsi nelle industrie baresi che, a loro volta importavano da San Severo l’olio al solfuro. Questo circolo vizioso di merci, questa inopportuna ingerenza determinò la fine dell’industria saponiera nel foggiano.

 

Scritto da  Romeo Brescia

Pubblicato il: 17 Dic 2022

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