Lettere dal fronte

LETTERE DAL FRONTE

Di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Se ne trovano ancora,  dimenticate nel fondo di un cassetto, fra le pagine di un libro, resistono e all’improvviso vengono fuori come a ricordarci di un nostro triste passato che invece si ripete anche oggi in qualche altra parte del mondo.

La posta militare divenne dal 1896 un servizio autonomo ed autogestito con propri uomini, timbri e mezzi nell’ambito dell’apparato militare per far fronte al flusso epistolare fra i combattenti e le loro famiglie.

Incentivata dal fatto che potesse essere spedita in franchigia, senza affrancatura, serviva tramite la censura operata ad effettuare controlli sulle notizie che dal fronte venivano inviate a casa.

Censura o meno, resta il fatto che la posta fosse l’unico mezzo di comunicazione possibile con cui si riusciva a tenere non solo contatti con le famiglie, ma anche con un mondo, quello normale, al quale si sperava di tornare.

Cara moglie, o Cari genitori, Io sto bene, godo ottima salute”, quasi sempre questa la frase d’apertura per rassicurare i familiari, nascondendo spesso altre verità, poi, “Voi come state?”, e a seguire richieste di altre notizie: di parenti ed amici, del raccolto nei campi, della vendemmia. A concludere baci e abbracci per tutti e un “Ricordatevi di me”.

Queste alcune delle testimonianze in proposito raccolte o ricevute.

I^ GUERRA MONDIAL – (DAI CONFINI DELLA PATRIA)

Roberto Mariani

MARIANI ROBERTO di Giovanni Giuseppe, classe 1888, impiegato, 211° Reggimento Fanteria. Morto all’Ospedale di Ancona per malattia contratta in guerra.

Guardando bene l’insieme, indirizzo e contenuto di poche righe, si riescono a capire diverse cose.

La cartolina risulta rispettosamente indirizzata al papà del militare, il capo famiglia, ma il suo contenuto inizia con: “Carissima madre”.

Via Vergine 12, Foggia è la destinazione, un modo veloce e comune per riferirsi a Via delle Vergini, una via all’epoca parte del rione “Manzoni”, uno dei sei in cui era suddivisa la città, denominazione che dal 1839 sostituì quella di 2° Vico Sant’Eligio, quindi nelle immediate prossimità dell’omonima Chiesa.

Il militare, sul “Fronte di guerra”, risulta ricoverato nell’ “Ospedaletto da campo N. 29”, ha un modo di scrivere che fa presumere un certo grado di istruzione, non comune e diffuso all’epoca, e nel suo scritto avanza una serie di preoccupazioni per la mancanza di notizie da parte della famiglia.

E’ quello il filo conduttore del testo, più che della sua situazione personale, si preoccupa e vorrebbe sapere “Anna è partorita?” (forse una sorella), se al suo ritorno da un luogo di morte troverà una nuova vita: “Cosa è nato?” (maschio o femmina), “Come sta, è andato tutto bene?”, “Tutto voglio sapere”.

I saluti finali, e per noi quella cartolina può essere riposta fra altri documenti,  è stato come assistere ad un film senza il finale, tutto l’asciato all’immaginazione.

Capita però, che per altro tipo di ricerche il nome del fante ritorni alla mente, e la cartolina venga ripresa per un raffronto.

Purtroppo è lui, e il soldato, Roberto Mariani, lo ritroviamo in un elenco di nomi pubblicati su “Albo d’oro dei decorati e dei caduti di terra di Capitanata” Soc. Ed DAUNIA – Lucera (1925), una piastrina metallica col suo nome inciso venne affissa ad un albero che andò a costituire il Parco della Rimembranza, attuale Piazzale Italia, mentre, il suo nome si trova inciso su di una lapide marmorea nell’atrio della stazione a ricordo dei ferrovieri caduti nella guerra 15/18.

II^ GUERRA MONDIALE – (DAL FRONTE D’ALBANIA)

Antonio Morlino

MORLINO ANTONIO di Giuseppe, classe 1914, muratore, 48° Reggimento Fanteria. Imbarcato a Bari, sbarca nel porto di Edda in Albania, muore in combattimento il 21 dicembre 1940.

Qualche stralcio del suo scritto: “Cara moglie, sono contento che stai bene così ti assicuro di me”. – “Oggi mi sono incontrato col cognato di tuo cognato, pattugliamo nella stessa compagnia”.

La parte finale della cartolina è tanto consunta da non essere leggibile.

DAI CAMPI DI PRIGIONIA – (DALLA LONTANA RUSSIA)

de Seneen Luigi 1

LUIGI DE SENEEN di Raffaele, classe 1915, impiegato. Inviato in Russia con l’82° Reggimento Fanteria, catturato prigioniero nel fatto d’armi del Don rientra in Italia nel novembre 1945.

La cartolina inviata tramite la Croce Rossa turca proviene dal Campo di prigionieri di guerra N° 58 in URSS (Campo di Tomnkiov in Mordavia) dove morirono oltre 4.300 soldati italiani  soprattutto per tifo e malattie intestinali.

Lo spazio per scrivere sulle cartoline è limitato, e si avverte ogni volta lo sforzo fatto per compendiare in poche righe brevi notizie e forti sentimenti come in quella dalla Russia: “Carissimi genitori mentre vi scrivo mi sembra di vedervi, vi faccio sapere che trovami prigioniero in Russia” – “Maggiormente mi rivolgo a Voi per i piccoli Michele e Assunta che voglio tanto bene” – “Vi bacio tutti e vi stringo fortemente al cuore”.

 

 

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