Piccoli tesori dimenticati

 

PICCOLI TESORI DIMENTICATI

I “pili” di Piazza Cavur – I cippi della Grande Guerra

 “… Nell’istesso giorno il Sovrano inaugura, infine, in Piazza Cavour, due “pili”

Questo si legge dei pili a pagina 81 del primo volume della Relazione Perrone sulla Vita Comunale, che va dal 1927 al 1931.

I “pili” sono monumentali in pietra levigata di Trani e bronzo, opera dello scultore Antonio Bassi, su cui venivano issati il tricolore e il drappo recante i colori della città.

Quei due “pili” insieme al pronao della Villa Comunale durante l’estate del 43 furono ridotti in un mucchio di macerie. Mentre il pronao dopo tanto battersi e ribattersi per sventare il fantastico progetto della “Galleria del duemila” venne ricostruito, dei due “pili”, con relative basi artistiche, nessuno più si preoccupò; lasciando che tutto cadesse nell’oblio.

Come viene riportato in alcuni giornali del passato, prima i “pili” di Piazza Cavour e poi le antenne del Parco della Rimembranza, sono frutto di un’unica idea madre: dare ai cittadini foggiani il palpito di alta spiritualità e di appartenenza alla Grande Patria (Italia) attraverso i colori del vessillo della “piccola” Patria (Foggia). Si, perché molti nostri combattenti della Grande Guerra, dietro quei colori che sventolavano nella piazza più importante di Foggia, riconoscevano la testimonianza ai loro sacrifici fatti nei combattimenti in trincea.

Lo spirito della “piccola” Patria che scuoteva e sorreggeva gli animi dei nostri soldati appartenenti ai Reggimenti di Foggia del 14° e il 137° Fanteria, era fatta di canti popolari nostrani o di richiami delle venditrici di piselli, di funghi, di cicorie o di “cozzola chiene”.

 Anche i cippi in pietra, provenienti dalle zone dove, tra il 1915 e il 1918, maggiormente rifuse il sacrificio dei nostri concittadini in battaglia, e che andavano ad arricchire le aiuole del Parco della Rimembranza, sono andati quasi tutti persi nel nulla. Ricordo molto bene la presenza dei quattro cippi negli anni 70 quando frequentavo con la mia comitiva di amici i cosiddetti “Giardinetti” (Piazza Italia); oggi resta solo uno di loro che da tempo giace nel prato divelto dalla sua base che lo reggeva e in un’altra aiuola vediamo solo una base vuota. I quattro cippi non erano altro che blocchi in pietra prelevati: uno dai monti di Trento, l’altro dal Grappa, il terzo dalle Petraie del Carso e il quarto dalle colline di Gorizia.

Sul cippo ancora presente, da me fotografato quando era ancora saldo sulla sua base, sono incisi tutti i nomi delle località montuose che si trovavano lungo la valle dell’Isonzo e che furono teatro delle numerose battaglie durante la Prima Guerra Mondiale: “Calvario, Sabotino, San Michele, Oslavia, Redipuglia, Monte Santo, Bainsizza, S. Gabriele, S. Caterina, San Marco”.

Riporta anche incisa la data dell’entrata in vigore del trattato di pace che assegna la città di Gorizia all’Italia: Gorizia, 16 settembre 1947. 

I quattro cippi vennero scoperti il 24 maggio 1954, dopo essere deposti nelle quattro aiuole del Parco della Rimembranza con una solenne celebrazione, alla presenza della cittadinanza e del sindaco avv. Pepe, alla cerimonia ci fu la partecipazione e il discorso di Carlo Delcroix.

Mi dispiace ammettere con tanta amarezza che noi foggiani siamo incline a cancellare i segni del passato, questi citati sono solo alcuni di un lungo elenco dei beni storici andati persi, vandalizzati o addirittura trafugati. Resta la magra consolazione delle foto che raccontano quando in Piazza Cavour c’erano i “pili”, e nei giorni di festa su quei pennoni sventolavano i colori della nostra Grande e Piccola Patria, attirando lo sguardo di tutti i passanti in una piazza che più bella appariva.

Questa è la situazione ad oggi dell’unico cippo che resta.

Una base vuota che un tempo sorreggeva uno dei quattro massi in pietra.

 

scritto da Romeo Brescia

 Pubblicato il: 11 Mar 2023

 

 

Articoli recenti