Il 1° Maggio nella storia di Foggia

 

IL 1° MAGGIO NELLA STORIA DI FOGGIA

 

Questa data, riferimento mondiale della Festa dei lavoratori, trae le sue origini negli U.S.A. dalle frequenti manifestazioni per i diritti degli operai delle fabbriche durante la Rivoluzione industriale.

A Chicago il 1° maggio 1867 entra in vigore la prima legge sulle otto ore lavorative giornaliere.

La legge, che riguarda solo lo Stato dell’Illinois, stenta ad essere applicata in altri Stati tanto che le Organizzazioni Sindacali fissano la data del 1° maggio 1866 quale limite per estenderla a tutto il territorio proclamando per la stessa giornata uno sciopero generale ad oltranza.

Durante questo sciopero, nella stessa Chicago la polizia chiamata a reprimere l’assemblea dei lavoratori spara uccidendone quattro e ferendone molti altri.

Per protesta contro le forze dell’ordine seguirà un attentato anarchico, morti, catture, processi e condanne capitali.

Sarà il congresso della Seconda Costituzionale, tenutosi a Parigi il 20 luglio 1889, a deliberare il 1° Maggio come festa internazionale dei lavoratori.

Per quanto più localmente ci interessa, consultando alcuni giornali d’epoca, possiamo avere un’idea di come il proletariato foggiano abbia avuto la possibilità, nello scorrere degli anni, di aderire e manifestare in questa giornata, mostrandoci anche usanze e luoghi di una Foggia inedita e lontana.

Era il 1° Maggio del 1902 e il giornale “Il Foglietto” pubblicava:                                                                    

LA PRIMA VOLTA DEL 1° MAGGIO A FOGGIA

Con una giornata bellissima di primavera si festeggiò qui il 1° Maggio. Uscendo di casa al mattino, e a non saperlo, avreste subito indovinato che i lavoratori erano in festa.
Vestiti dei loro abiti migliori, con coccarda rossa all’occhiello della giacca, giravano per la città, aspettando il mezzogiorno per recarsi al Politeama Nazionale, ove l’avv. Maiolo, inaugurando, fra le bandiere di tutte le altre leghe e associazioni intervenute, la bandiera della Federazione “Mugnai, pastai e affini” tenne un applaudito discorso, spiegando lo scopo ed il significato della festa del 1° Maggio, ed incoraggiando la classe dei lavoratori a perseverare nei suoi principi fino al trionfo.
La conferenza fu preceduta e seguita dal suono e canto in coro dell’Inno dei Lavoratori, dell’inno Il Primo Maggio e dell’Inno di Garibaldi, mentre il fotografo Achille Longo prendeva una prima istantanea, ed un’altra all’uscita del Politeama.
Nonostante il divieto, le associazioni direttesi dapprima per vie diverse, s’incontrarono all’incrocio di C.so V. Emanuele e C.so Garibaldi, procedendo per poco così riunite e riprendendo poscia ciascuna la propria via.
Alle ore 14 cominciò la gita in campagna che assunse l’aspetto di un vero pellegrinaggio verso il parco comunale “Pila e Croce”, riunendosi i gitanti nella località detta “Ciammaruca”, un terreno leggermente ondeggiante, sulle cui elevate gibbosità fu issata la bandiera rossa del circolo socialista e più in là la bandiera tricolore dell’associazione dei Meccanici.
Alle 17 giunse l’improvvisata banda musicale, suonando patriottici inni, si prese nuovamente a cantare in coro, mentre l’avv. Maiolo, salito su di una carrozza, rivolse a breve intervallo ai compagni due discorsetti, invitandoli col primo, a non venir mai meno nella lotta di nobili rivendicazioni da essi intraprese, e col secondo ad unire le due bandire, messe, come ho detto a distanza una dall’altra, dicendo che potevano ben stare vicine, segnando: la tricolore le glorie del passato, ottenute soltanto per opera di tanti animi nobili, caldeggianti gli stessi loro principi, e la rossa la gloria dell’avvenire, che, disse l’oratore, non sarà dissimile da quella degli avi nostri. Terminò con l’invitare tutti a ritirarsi, a festa compiuta, in buon ordine.
Gli abbracci ed i baci, come d’amici che non si vedevano da lunga pezza, ebbero seguito, e la musica e il canto e le danze. Finalmente all’avemaria si fece ritorno in città, conservando sempre un contegno esemplare, di talché non s’ebbe a verificare nessun incidente. La serata pure passò tranquillissima: si tennero molti comizi, parlando quasi sempre l’avv. Maiolo.

 Otto anni dopo il 1° Maggio 1910 IL RANDELLO pubblicava:

PRIMO MAGGIOIl grande comizio di Stamane alla Ciammaruca

Le note dell’inno fatidico echeggiano per le strade ed una marea di gente, sotto i raggi del sol di maggio, scende per il corso verso la Ciammaruca, sacra al proletariato foggiano. Quando giungiamo ci accorgiamo che il parco comunale è incapace a contenere tutta quella folla e tutti si avanzano, si spingono, si pigiano per trovare un posticino più adatto. Il momento è solenne. Sulla vetta più alta viene piantata la bandiera rossa e nera della sezione socialista ed intorno ad essa, che sventola liberamente, baciata dal sole del presente, si stringono i più forti campioni del socialismo paesano.

Le musiche intonano l’Inno dei Lavoratori, cui segue la Marsigliese poi l’Internazionale…

E ancora, nel 1920 “Il Rinnovamento” pubblicava:

 PER IL 1° MAGGIO

Come negli anni passati anche questo sarà festeggiato da tutta la classe operaia locale. Il programma della giornata è il seguente. Sparo di mortaletti fino dal mattino, corteo che muoverà dalla Camera del Lavoro percorrendo le vie principali. Comizio in Piazza Teatro ove parlerà l’onorevole Maitilasso. Nel pomeriggio festa campestre al parco comunale, la sera musica in piazza.

La località “Ciammaruca” un fossato in località “Pila e Croce”, come apprendiamo dagli scritti di Antonio Oreste Bucci, con le sue periferiche prominenze naturali si prestava a formare un anfiteatro naturale.  Resterà nel tempo il luogo di riferimento dei lavoratori in occasione della festa del 1° Maggio prima che al suo posto sorgesse il Deposito dei Cavalli Stalloni.

Rurali di Capitanata in festa.

Gli anni che seguirono, a causa del regime fasciata, la borghesia ebbe la meglio e la giornata del 1° Maggio venne abolita. Non andrà meglio neanche nel dopoguerra, quando il vento di liberazione distoglie l’attenzione dei lavoratori, come negli anni ’50 le varie scissioni politiche e sindacali. Bisognerà attendere il 1970 per rivedere di nuovo i lavoratori tutti uniti a celebrare la loro festa tra le vie della città di Foggia, ma durerà poco.  

 Sono anni che i lavoratori di Foggia non manifestano nella giornata del 1° Maggio, senza tener conto degli ultimi due a causa delle restrizioni dalla pandemia, forse perché le vittime di Chicago hanno avuto giustizia? Forse perché tutti hanno raggiunto le otto ore di lavoro? Forse perché si è raggiunta la parità salariale tra uomo e donna, tutti i lavoratori godono di pari diritti e non esistono più forme di sfruttamento?

Basterebbe riflettere su questi interrogativi per riportare l’attenzione sull’importanza del 1° Maggio.

Foggia, 1 Maggio 2021

A cura di Romeo Brescia

 

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