L’Assistenziario di Foggia

L’ASSISTENZIARIO DI FOGGIA

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Quello che oggi definiamo walfare state (stato sociale – stato assistenziale) teso a ridurre le disuguaglianze attraverso la garanzia di diritti e servizi sociali rivolti alle fasce più deboli e bisognose, trova anche alcuni esempi nei tempi passati della nostra città.

Sono ordini religiosi e appartenenti al clero locale che se ne fanno carico, qualche filantropo, un po’ di beneficenza pubblica, scarso l’apporto della civica amministrazione.

Già dal 1708 viene presa in fitto una casa per accogliere le “pentite”, assisterle e portarle sulla strada della redenzione.

Le aumentate esigenze di spazi si concretizzano nel 1723 con la costruzione, in zona Piano delle Fosse, del Conservatorio delle Pentite con annessa chiesa dedicata a Maria SS. della Maddalena, dove le ospiti, anche per l’autosostentamento, si dedicavano alla confezione di pasta frasca alimentare e guanti, e dal 1834, impiantata una filanda, anche alla trattura della seta.

Altro esempio è l’attuale “Conventino” che però affonda le sue origini in alcune stanza prese in fitto in Via Cappuccini dal Canonico Carlo Rotundi su incarico del Vescovo Mons. Monforte per ricoverare le ragazze rimaste orfane a seguito del colera del 1837 e avviarle ai lavori donneschi, mentre i maschietti venivano affidato a maestri artigiani perché imparassero un mestiere.

Sono invece dovute a un “santo” sacerdote, Don Antonio Silvestri (Foggia 1773 – 1837) altre opere come l’Ospedale delle e donne anziane malate e l’Istituto per le giovani conosciuto come Conservatorio del Buon Consiglio.

Un’altra opera benemerita, forse poco conosciuta, ma già siamo nel 1900, è quella dell’Assistenziario di Foggia.

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E’ per iniziativa del “Consiglio di Patronato di Foggia”, un’istituzione prevista dal Codice Penale dell’epoca fascista, che presta assistenza ai “liberati dal carcere”  e alle loro famiglie, che a Foggia sorge un “Assistenziario”.

Già da anni esisteva, per opera di una Società di Patronato, un laboratorio dove trovavano lavoro le giovani figlie dei detenuti, ed un ricovero notturno, sei posti , per i liberati dal carcere senza tetto.

La necessità di ampliare il dormitorio e fornire lavoro al gran numero di dimessi dal carcere poté essere soddisfatta grazie alla cessione gratuita, da parte del Podestà (sindaco), di parte di un fabbricato già adibito a macello, che anche grazie all’opera prestata dagli ex detenuti fu fornito di acqua ed energia elettrica, pavimentato e suddiviso in tre vani adibiti a falegnameria e rilegatoria libri.

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Fra le attività svolte, la confezione di sacchetti di carta e fabbricazione piccoli oggetti in legno, a cui si aggiunse, dopo l’acquisto di una piccola macchina tipografica a pedale la stampa dei sacchetti e il lavoro di composizione, che permise di aumentare il numero delle maestranze.

Il ricorso alla beneficenza pubblica e privata, lotterie e serate di beneficenza, vendita di opuscoli stampati in proprio, permisero di raccogliere i fondi necessari per far fronte all’acquisto delle materie prime e di macchinari.

Per il massimo delle garanzie, il buon andamento della struttura e per eviatare operazioni speculative con l’affido a privati, il Consiglio assunse la gestione diretta della struttura e delle attività, ponendosi come scopo primario:

  • Istituzione di dormitori per ex carcerati senza tetto
  • Collocamento esterno dei disoccupati, in alternativa inserimento nei propri laboratori

Il Consiglio fece sempre in modo che le attività artigianali svolte nei laboratori non fossero concorrenziali con quelle già esistenti sul territorio. Così la legatoria di libri, inesistenti sull’intero territorio della Provincia, così la produzione di sacchetti che venivano acquistati da altre zone. Preferì alle macchine la lavorazione a mano, che anche se più costosa comportava l’utilizzo di maggior manodopera e utilizzo di ex carcerati. Tutti gli addetti erano coperti da assicurazione contro gli infortuni.

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Nel tempo si aggiunse un reparto di calzoleria, e un reparto di “plastica” per la lavorazione di oggetti di cartapesta e cartone.

Aumentate ancora le esigenze di spazio per effetto anche di una “utenza” che aumentava di numero e per bisogni rappresentati, venne preso in fitto un vasto fabbricato (Via Manzoni n. 168) già adibito a caseificio.

Anche questa volta con le prestazioni degli assistiti vennero eseguite tutte le necessarie opere di ristrutturazione e d adattamento, mentre il Comune si fece carico del rifacimento della facciata, così che l’Assistenziario entrò in funzione nel luglio 1933.

Un’opera all’avanguardia per i tempi, la prima attuata sul territorio nazionale, che comprendeva gli alloggi per Direttore ed il capo reparto legatoria, tre dormitori per trentasei posti letto sala riunioni con biblioteca, sala esposizione e vendita, reparti falegnameria, rilegatoria e tipografia, sacchettificio e plastica. Gli scantinati furono adibiti a deposito materie prime, cucine e refettorio. Inoltre, vi era un magazzino ed un ufficio contabile.

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Tutti i reparti nel tempo vennero dotati di apposite apparecchiature anche per meglio rispondere al continuo aumento di commissioni.

Il reparto falegnameria arrivò a produrre mobili di pregio che furono apprezzati in una esposizione di tre stand alla quarta Fiera del Levante (Bari, 6-21 settembre 1933) insieme a lavori tipografici e lavori donneschi, questi ultimi prodotti dal laboratorio femminile che impiegava le giovani figlie dei detenuti e dei liberati dal carcere.

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Nell’assistenziario sono gli stessi ospiti che preparano a turno il vitto giornaliero.

L’inaugurazione del nuovo Assistenziario avvenne il 13 ottobre 1933 con la partecipazione di S. E. Il Ministro Guardasigilli ed altre autorità, la targa apposta nell’occasione riportava:

PIETRO DE FRANCISCI

MINISTRO DI GRAZIA E GIUSTIZIA

INAUGURAVA IL XIII – X DELL’ANNO XI

QUESTO ASSITENZIARIO

SACRO AL DOVERE DELLA DISCIPLINA ALLA FEDE

CHE LA LEGGE FASCISTA

IN OGNI CUORE RIDESTA E COLTIVA

 

L’avvenimento ebbe larga risonanza sulla stampa locale e nazionale.

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Fonte: L’Assistenziario di Foggia – Consiglio padronato di Foggia – Biblioteca Provinciale di Foggia la Magna Capitana

 

 

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